Ultimatum minoranza dem a Renzi: cambiare strada o basta fiducia

Ma Guerini ribatte a Speranza: sarebbe grave, negazione del partito

GIU 23, 2016 -

Roma, 23 giu. (askanews) – Mai più voti di fiducia su provvedimenti che non siano rivolti alle fasce sociali più deboli. E’ questo l’ultimatum a Matteo Renzi che il leader della minoranza Dem Roberto Speranza ha lanciato al premier e segretario, dall’assemblea della sinistra Pd “Per un’Italia più giusta. Per un’Europa più solidale”, che si è svolta oggi al Nazareno, alla vigilia della direzione del partito. Un ultimatum subito respinto al mittente dal vicesegretario Dem Lorenzo Guerini.

Un’assemblea affollata (alcuni sono rimasti fuori per mancanza di posti), a cui erano presenti, tra gli altri, l’ex segretario Pierluigi Bersani e Gianni Cuperlo, che non hanno preso la parola, e l’ex governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani, salutato da Speranza dopo la sentenza di assoluzione di due giorni fa. In sala anche, come “ospite”, il vicesegretario Lorenzo Guerini.

Nella sua relazione introduttiva, dopo il ricordo della deputata laburista uccisa Jo Cox, Speranza ha espresso un giudizio severo del voto alle amministrative. “C’è stata – ha detto – una sconfitta molto dura, che non si può minimizzare. Non vogliamo fare un processo a nessuno, non avrebbe senso. Non voglio parlare di Renzi e di altri, vorrei una discussione matura e senza magliette di parte: dobbiamo avere l’ambizione di parlare del futuro dell’Italia, capire il perchè del messaggio politico chiaro e forte che gli italiani hanno lanciato e come ripartire”.

Speranza chiede quindi di ripartire, dunque, e di farlo a cominciare dall’economia e dal lavoro. “Da tempo – ha ricordato – abbiamo proposto misure di contrasto alla povertà. Le misure contro la povertà infantile sono un primo passo, noi chiediamo di fare di più, non possiamo lasciare a Grillo questo tema”. Da qui l’affondo: “In questi mesi abbiamo spesso votato cose che non ci convincevano. Ad esempio per togliere la tassa sulla casa in maniera indistinta, anche ai miliardari. Oggi diciamo basta: non siamo più disponibili. Sulle questioni sociali bisogna invertire la rotta e non c’è più voto di fiducia che tenga su questi temi. Non siamo più disponibili a sostenere provvedimenti che aggravano le fratture sociali”. Un segnale netto, che però non tutti, probabilmente, nella minoranza approvano fino in fondo se Cuperlo, prova a smorzare: “Lo spirito della relazione di Speranza, bella e condivisibile, credo fosse la necessità di rafforzare la discussione nel partito per arrivare a riforme più condivise”. E che provoca subito la dura reazione di Guerini: “Sarebbe un fatto grave e la negazione del significato stesso di essere un partito”, ha detto.

Per recuperare la base, però, secondo Speranza, il Pd deve anche cambiare atteggiamento. “Governare è sì decidere, ma è anche ascoltare. Si può governare unendo il Paese, invece che dividendolo” e in particolare “basta cogliere ogni occasione per dare calci ai sindacati: è un errore gravissimo che stiamo già pagando a caro prezzo”. E ancora: “basta con l’arroganza del ‘ciaone'”.

Altro tema che a sta a cuore alla minoranza è quello delle riforme e della legge elettorale, su cui da tempo chiedono una modifica. Quella della campagna referendaria, ha detto il leader della minoranza, “è stata una falsa partenza, oltre che prematura. Sarebbe un errore trasformare questo appuntamento in uno scontro di civiltà tra bene e male, di questo non abbiamo bisogno. C’è tempo per discutere e ragionare, a partire dal combinato disposto tra riforma e Italicum, su cui la nostra posizione è nota. Il Pd ha del tempo e non deve assolutamente sprecarlo”.

La minoranza Dem ribadisce quindi la contrarietà al doppio incarico premier-segretario e chiede un cambio di rotta politica: “Sento parlare – ha concluso Speranza – di segreterie, rimpasti, azzeramenti, uffici politici. Io dico: valuti tranquillamente nella sua autonomia chi oggi guida il Pd, a noi interessa solo una nuova prospettiva politica, non mi interessa un posto in segreteria o nel governo”. Un cambio di rotta che vede anche una linea precisa sulle alleanze: dopo che le amministrative hanno celebrato il “funerale del partito della nazione” bisogna dire che non si andrà “mai più” con certi alleati.

Queste le “condizioni” poste dalla sinistra Pd. Sarà da vedere se domani il premier aprirà alle richieste di Speranza, lasciando fuori dalla porta del Nazareno il “lanciafiamme”, o se deciderà di tirare dritto, a rischio di spaccare il partito. “Bisogna aprire una nuova pagina. Se il Pd non capisce andremo a sbattere”, ammonisce Vasco Errani.