D’Alema: sconfitta generalizzata, al Pd serve un altro segretario

"Renzi dovrebbe cambiare, ma riunisce amici e non bada a realtà"

GIU 22, 2016 -

Roma, 22 giu. (askanews) – Dopo le polemiche dei giorni scorsi, Massimo D’Alema garantisce in una intervista al Corriere della sera di aver votato “come sempre: secondo le indicazioni del partito”, ma non risparmia il sarcasmo sul risultato di Roberto Giachetti nelle elezioni comunali di Roma: “Certo è un po’ buffo che il Pd vinca a Prati e Parioli e perda a Cinecittà e Pietralata”.

A giudizio dell’ex presidente del Consiglio “la sconfitta va molto al di là di specifici eventi locali. E’ una tendenza generalizzata: perdiamo Torino, Trieste, Pordenone, Grosseto, Novara, Benevento, eccetera. Poi ci sono situazioni come Roma, dove la sconfitta assume dimensioni di disastro. Qui, come a Napoli, ha pesato una vera e propria disgregazione del partito”. Alla domanda se serve un segretario diverso dal premier, D’Alema risponde senza esitazioni “sì. Serve una figura che si occupi del Pd a tempo pieno. E serve una direzione collegiale. Il partito è stato volutamente lasciato senza guida. Lo si ritiene non importante oppure si scarica su di esso la colpa quando le elezioni vanno male. E’ tutto puntato sul leader e il suo entourage, neanche collaboratori. Renzi non convoca la segreteria, che pure è un organo totalmente omogeneo. Si riunisce solo con un gruppo di suoi amici”.

“Ha mai seguito una direzione del Pd? Sono momenti di propaganda. Il capo fa lunghi discorsi, cui seguono brevi dichiarazioni di dissenso; poi – spiega ancora D’Alema – parlano una cinquantina di persone che insultano quelli che hanno dissentito. Non c’è ascolto, non c’è confronto. Non esiste la possibilità di trovare convergenze o accordi”. A suo giudizio Renzi ha perso la sintonia “con la base e con il Paese” e “sta rottamando alcuni milioni di elettori”.

“Renzi dovrebbe cambiare”, dice D’Alema, “ma non mi pare una persona orientata a tenere conto degli altri e neanche della realtà; neanche di quelle più prossime, visto che abbiamo perso a Sesto Fiorentino. Eppure sarebbe necessario un cambio di indirizzo nell’azione di governo, e anche un cambio di stile. Compreso il rispetto che dovrebbe essere dovuto a una classe dirigente che ha vinto le elezioni e ha fatto cose importanti per il Paese: l’euro, le grandi privatizzazioni, la legge elettorale maggioritaria uninominale; non quella robaccia che ci viene proposta adesso”.