D’Alema smentisce Repubblica su voto a Raggi, ma nel Pd è lite

Orfini: "Dia una mano". La minoranza: 'Danno colpa a noi'

GIU 15, 2016 -

Roma, 15 giu. (askanews) – Il pezzo di Repubblica è stato smentito ma la lite nel Pd è scattata comunque e, alla fine, non si sa comunque come voterà Massimo D’Alema per il Campidoglio. Il quotidiano diretto da Mario Calabresi ha scritto oggi che l’ex premier avrebbe confidato a più di una persona l’intenzione di votare per Virginia Raggi o anche “per Lucifero” pur di dare un colpo a Matteo Renzi e subito dal presidente Pd Matteo Orfini è arrivata, via twitter, una richiesta di smentita: “Spero che D’Alema smentisca al più presto. E che venga a darci una mano in questi ultimi giorni di campagna”. Smentita che è arrivata di lì a poco, ma che non ha chiarito come in realtà l’ex premier ed ex leader dei Ds intenda votare e, anzi, ha ulteriormente aumentato la tensione nel partito per le accuse rivolte ai presunti “mandanti” del pezzo di Repubblica.

“La ricostruzione è frutto della fantasia del cronista e della volontà dei suoi mandanti”, scrive nella nota la portavoce di D’Alema Daniela Reggiani. “I numerosi virgolettati riportati, a cominciare dal titolo, corrispondono a frasi mai pronunciate.D’altra parte, l’autore non precisa né dove, né quando, né con chi sarebbero state dette. Le riunioni di cui si parla non si sono mai svolte”.

Repubblica, ovviamente, conferma tutto e respinge la tesi dei “mandanti”. “L’articolo riporta fedelmente quanto ci è stato raccontato da numerose fonti. Le frasi pronunciate da Massimo D’Alema sul suo orientamento di voto a favore di Virginia Raggi, così come sull’intenzione di dare vita ad un comitato per il No al referendum sono state ripetute in più occasioni di fronte ad interlocutori diversi. Parlare di mandanti esterni è grottesco, a muoverci non è altro che il giornalismo che significa raccontare storie di interesse generale. E questa ci pare proprio che lo sia”.

Del resto, nonostante la smentita, i renziani attaccano su twitter. Il senatore Andrea Marcucci scrive: “D’Alema tentò la riforma costituzionale con la Bicamerale, e tanto per cambiare non ci riuscì. È per quello che potrebbe votare no?”. Il riferimento è ad un altro passaggio del pezzo di Repubblica, nel quale si dice che l’ex premier si schiererà con i comitati per il no al referendum. E Roberto Cociancich aggiunge, sempre su twitter: “Berlusconi sostiene Marchini, D’Alema la Raggi, ora sai chi è il nuovo: vota Giachetti”.

Debora Serracchiani, poi, a Radio capital dice: “A me pare che ormai siamo di fronte a delle questioni personali. Credo che chi ha storie come quelle di D’Alema dovrebbe prestarsi per far vincere il centrosinistra e per aprire delle discussioni interne magari in altro modo”.

Lo stesso Orfini sembra poco convinto della nota dalemiana, visto che invita di nuovo l’ex premier a dare una mano in campagna elettorale: “D’Alema ha smentito. Polemica chiusa. Lo aspettiamo a uno dei tanti gazebo per Roberto Giachetti che in questi giorni riempiono la città”. Invito che difficilmente D’Alema raccoglierà.

Piero Fassino cita Shakespeare e tira in ballo Bruto per commentare la vicenda: “L’ha già smentita lui (D’Alema, ndr).Penso che se D’Alema ha smentito… Penso che Bruto è un uomo d’onore, se non l’ha detto, non l’ha detto. Credo alla smentita”.

In Transatlantico alla Camera, poi, dalla minoranza si dà un’interpetazione molto semplice del pezzo: “E’ chiaro, Renzi prepara il terreno per attribuire a D’Alema e alla minoranza e la probabile sconfitta nella capitale”.