Su Vegas maggioranza ai ferri corti, ma Renzi non forzerà mano

Calenda getta acqua sul fuoco, Alfano però avverte: basta attacchi

GIU 14, 2016 -

Roma, 14 giu. (askanews) – Maggioranza in fibrillazione sul “caso” Vegas, il presidente della Consob oggetto degli attacchi del viceministro dell’Economia Enrico Zanetti e, ieri, del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Ma Renzi (che sulla questione continua a tacere) per ora, non sembra intenzionato a forzare la mano per un cambio al vertice della Commissione nazionale per la Borsa.

Dopo la richiesta di dimissioni avanzata nei giorni scorsi dal segretario di Scelta civica, ieri Calenda, a Radio 24, aveva commentato l’inchiesta di Report sulla Consob, parlando di “errori gravi” da parte dell’Autorità. Parole che oggi, da Firenze, il ministro ha parzialmente smorzato, spiegando che “io evito normalmente le polemiche, mi spiace se ne ho provocata una. Ho solo dato un giudizio, fine. Non voglio fare nessuna polemica con nessuno”.

Le parole di Calenda, però, creano un “caso” nella maggioranza. In difesa di Vegas (nominato nel 2010 dal governo Berlusconi, di cui era stato sottosegretario all’Economia) è oggi intervenuto il ministro dell’Interno, e leader di Ncd, Angelino Alfano, secondo cui “il governo non deve e non può attaccare le Autorità di Garanzia. In ballo non c’è la persona del presidente Vegas, peraltro stimato per la sua serietà e competenza, ma una corretta relazione tra le istituzioni”. Anche Forza Italia, con Renato Brunetta, accusa il ministro parlando di “indecente attacco del governo Renzi” e sfidando la maggioranza ad assecondare l’istituzione di una “commissione di inchiesta parlamentare sull’operato della Consob e della Banca di Italia”.

“Calenda – spiega un esponente renziano di primo piano – ha espresso quella che è l’opinione comune del Pd, sicuramente non possiamo dire che Vegas ci piace. Ma non credo che salterà”. Il momento è troppo delicato (per la politica ma anche per la finanza, con in primo piano la doppia Opa su Rcs) per aprire un “buco” nella Consob e imbarcarsi in una polemica rovente all’interno della stessa maggioranza. “I dubbi su Vegas – aggiunge un deputato Dem vicino al premier – ci sono e da tempo, basta leggere le trascrizioni delle audizioni di qualche mese fa”. Ma Renzi e il Pd non sembrano al momento intenzionati a forzare la mano, almeno nei toni.

Venerdì Vegas sarà sentito dai commissari dell’Autorità, a cui spetta, tra l’altro, il potere di sfiduciare il presidente. Oltre a Vegas della commissione fanno parte quattro consiglieri, tre dei quali (Anna Genovese, Giuseppe Maria Berruti e Carmine Di Noia) nominati dall’attuale governo. La palla, adesso, è nelle loro mani.