Sinistra italiana arranca. Fassina: noi non abbastanza autonomi

Si riapre lo scontro con l'ala pro-centrosinistra. In attesa del referendum

GIU 6, 2016 -

Roma, 6 giu. (askanews) – Non è stato un successo: la prima avventura di Sinistra italiana, nelle sue varie configurazioni municipali dato che il logo del rassemblement che dovrebbe portare al superamento di Sel non è ancora ufficialmente in campo, ha fatto registrare diverse battute d’arresto nel primo turno delle elezioni amministrative. Sul perché, e su quale sia il futuro della formazione politica che ambisce a costruire il “quarto polo” a sinistra del centrosinistra, il dibattito interno è piuttosto teso.

“Abbiamo pagato un prezzo all’incompiutezza del nostro programma politico autonomo”, commenta Stefano Fassina, fermo a un non entusiasmante 4,47 per cento nella corsa da candidato sindaco di Roma e unico eletto in Campidoglio per la sua lista, “e abbiamo pagato un prezzo per il fatto di essere stati coinvolti fino all’ultimo nelle amministrazioni di centrosinistra, in particolare quella di Ignazio Marino (l’ex sindaco Pd, ndr)”. Insomma Fassina, che arriva a un passo dall’endorsement alla candidata M5S Virginia Raggi (“nessun apparentamento, ma bisognerà tenere conto della domanda di discontinuità dei nostri elettori”, osserva parlando del ballottaggio), sembra puntare il dito contro l’ala “governista” di Sel. “A me pare – dice – che i risultati delle nostre liste dentro le coalizioni col Pd non siano stati brillanti”.

Nemmeno quelli dei candidati di sinistra come Fassina o come Giorgio Airaudo a Torino (3,70%) sono stati brillanti, però, e resta l’eccezione di Massimo Zedda a Cagliari, saldamente in sella, confermato al primo turno in un’alleanza inossidabile col Pd. “Abbiamo un buon risultato a Napoli, a Bologna, in alcuni centri della Puglia”, spiega tuttavia Nicola Fratoianni, già braccio destro di Nichi Vendola, oggi convinto sostenitore del polo autonomo di sinistra. Altri esponenti di Si, provenienti invece dalla formazione vendoliana di Sinistra ecologia e libertà, sono più legati alla tradizionale collocazione nel centrosinistra: “Le biografie contano – dice il vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio – io non credo che noi, con la storia che abbiamo, possiamo proporre oggi una posizione testimoniale o residuale. Rifondazione si è già pressoché estinta”.

Alla fine, dicono a Sinistra italiana, nessuno prenderà posizione sui ballottaggi nei quali non è coinvolta Si direttamente. “Anche perché – osserva una fonte parlamentare a taccuini chiusi – se Fassina si pronuncia per Raggi immediatamente dopo un’altra parte si schiera con Giachetti”. Unica ipotesi di indicazione potrebbe essere quella di Bologna, dove il sindaco dem uscente Virginio Merola ha di fronte una rivale di centrodestra, la legista Lucia Borgonzoni. Dove va allora Sinistra italiana? “Bisogna prendere atto del fatto che il M5S presidia bene lo spazio della domanda di cambiamento, e si sta radicando sul territorio, sarà da verificare lo spazio che può avere il nostro quarto polo. Molto dipende – osserva il senatore Si-Sel Peppe De Cristofaro – da quello che accadrà nel referendum, se Renzi perdesse la situazione tornerebbe fluida”. “Ma già dopo le amministrative il Pd avrà qualcosa da discutere”, dice Smeriglio, secondo il quale la sinistra può pensare di “battere Renzi al referendum per riaprire la prospettiva del centrosinistra”.