Speranza: pronto a scendere in campo per la segreteria del Pd

"Tempi maturi per costruire alternativa a Renzi dentro partito"

MAG 10, 2016 -

Roma, 10 mag. (askanews) – “Voglio costruire un’alternativa a Renzi, dentro il Pd. I tempi sono maturi. Però voglio che si parta dalle idee, non dal nome”. Così Roberto Speranza spiega, in una intervista a Repubblica, la sua volontà di candidarsi alla segreteria del partito. “Tra fine 2016 e inizio 2017 penso che sia il periodo giusto. L’importante comunque è che si svolga prima delle Politiche” spiega riferendosi al congresso del partito che sarà probabilmente anticipato come annunciato ieri in direzione con una proposta dello stesso segretario Matteo Renzi.

Intanto “non è accettabile sottovalutare” il passaggio delle amministrative: “Io sto girando l’Italia, dobbiamo lavorare per il miglior risultato. Se mandiamo un messaggio unitario siamo sicuramente più forti”. Il referendum sulla riforma costituzionale? “Non parlo fino al giorno dei ballottaggi. Sarebbe meglio lasciare fuori dalle Comunali questi banchetti, perché c’è una parte della nostra gente che voterà per i nostri candidati, ma sceglierà il ‘no’ al referendum”. “In Parlamento abbiamo votato in modo sostanzialmente unitario la riforma – aggiunge -. Però è legittimo che anche nel Pd ci siano persone che rivendichino di votare no. Per vincere le amministrative serve anche il loro voto”. “E’ un voto comunale, non è che il giorno dopo ne risponde il governo – sottolinea Speranza -. Però ci dirà dello stato di salute del Pd. Questo è anche un voto politico, pensi che nel centrodestra le comunali di Roma assomigliano alle primarie per la premiership”.

Quanto alla direzione del Pd di ieri che ha registrato lo scontro tra il ministro Maria Elena Boschi e il leader di Sinistradem Gianni Cuperlo Speranza ricorda che “evocare Casa Pound tra noi, come ha fatto Maria Elena, non è utile, né positivo. Parlare di codice di Hammurabi, come ha fatto Matteo, è un errore. Hanno sbagliato, bisogna rispettare chi non è d’accordo con il sì al referendum. Non credo che l’Anpi o undici presidenti emeriti della Consulta siano paragonabili a CasaPound”.