Agcom versus Rai per Riina jr a Porta a Porta. Vespa: io corretto

Campo Dall'Orto anticipa supervisione Verdelli su infotainment

APR 28, 2016 -

Roma, 28 apr. (askanews) – L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha rivolto un “fermo richiamo” alla Rai per l’intervista di Bruno Vespa al figlio di Riina. Ma il diretto interessato ha replicato con altrettanta fermezza: “Mi permetto di dissentire radicalmente dai giudizi espressi nel richiamo.Rivendico fino in fondo di aver rispettato ancora una volta la deontologia professionale e la dignità della persona con lo scrupolo che da cinquant’anni caratterizza la mia attività giornalistica”.

Il richiamo dell’autorità per le comunicazioni arriva dopo l’esposto del deputato Pd sempre attento alle vicende Rai, Michele Anzaldi, che ha poi portato sulla sua linea anche altri colleghi di partito. In un documento dell’Authority si legge che “la censurabile unilateralità di molte fasi dell’intervista, condotta senza un adeguato contraddittorio, e con le reticenze e omissioni dell’intervistato lasciate senza sostanziali repliche idonee a fornire al telespettatore una rappresentazione veritiera e completa, hanno pregiudicato in particolare la completezza delle informazioni in ordine ai fatti di cronaca oggetto di narrazione e alle conseguenze che ne sono scaturite in ambito giudiziario, nonché posto oggettivamente in secondo piano quel valore irrinunciabile che è il rispetto della sensibilità degli spettatori, e primo tra tutti dei parenti delle vittime di mafia”. L’Agcom ha invitato la Rai, pertanto, “ad adeguarsi per il futuro, in modo rigoroso” all’indirizzo interpretativo fornito.

Ma Vespa non ci sta e spiega: “A nessun intervistatore di grandi mafiosi e grandi terroisti – insiste il conduttore di ‘Porta a Porta’ – è stato obiettato che il programma avrebbe offeso la sensibilità delle vittime. Al contrario di quanto avvenuto in passato, il figlio di una vittima simbolica di Capaci era in studio proprio per testimoniare in diretta l’oltraggio subito dagli attentati ordinati dal padre di Riina”.

Per Luigi Zanda, capogruppo Pd al Senato “quelle dell’Agcom sono indicazioni molto serie e di grande portata. Oltre a un carattere prescrittivo per il servizio pubblico, hanno anche un forte contenuto deontologico rivolto a tutto il mondo dell’informazione”. “Quell’intervista è stata una grave ferita alla credibilità del servizio pubblico – ha rincarato Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia – e ha consentito al figlio del capo di Cosa Nostra di mandare messaggi inquietanti e inaccettabili”. Mentre Anzaldi si aspetta ora che l’azienda intervenga: “La Rai deve spiegare cosa è successo, chi sono i responsabili e soprattutto prendere gli adeguati provvedimenti”.

Anche il grillino presidente della Vigilanza, Roberto Fico, si aspetta “interventi concreti dai vertici della Rai rispetto sia a Porta a Porta sia alla pessima informazione fatta durante la campagna referendaria. Si può rivoluzionare un’azienda, anche facendo ricorso a soggetti esterni, purché si vedano i risultati.Altrimenti è solo un trucco. Una seria inversione di tendenza nella qualità dell’informazione deve essere il primo obiettivo, estirpando i rapporti malati fra i telegiornali e la politica”.

Una prima risposta è arrivata nel pomeriggio durante l’audizione del dg Antonio Campo Dall’Orto in Vigilanza in cui ha annunciato che entro il primo settembre il team guidato da Carlo Verdelli per la supervisione e il coordinamento dell’informazione in Rai si occuperà anche dell’infotainment e anzi dopo “quel che successo nelle ultime settimane abbiamo deciso di velocizzare i tempi”.