Grillo, primo show dopo Casaleggio. “Gianroberto non è morto”

A Roma racconta l'amico. Poi ripete la scena della "comunione"

APR 22, 2016 -

Roma, 22 apr. (askanews) – “Gianroberto non è morto, ha trasceso, è un terabyte, ha lasciato una eredità grandissima”. Ci mette tre quarti d’ora buoni, Beppe Grillo, dall’inizio del suo spettacolo all’Auditorium della Conciliazione, ad affrontare il nodo alla gola: la morte di Casaleggio, suo gemello politico, ideatore prima del successo planetario del suo blog Beppegrillo.it e poi del Movimento 5 stelle. E’ il primo show dopo la scomparsa del “guru” della comunicazione 5 stelle: per il suo ricordo, cui la platea, gremita non di soli attivisti e parlamentari stellati, dedica l’applauso più lungo, Grillo sceglie i toni del comico (“Ci siamo telefonati cinque volte al giorno per dodici anni, sul cellulare avevo You&Me con lui invece che con mia moglie…”) ma non dissimula l’emozione. “Mi manca oggi – racconta – la sua protezione, se attaccavano me sapevo che ci avevano attaccato in due; lui non accettava il male, i giornalisti, gli editorialisti che ne hanno parlato bene li aveva querelati tutti”.

Lo show dovrebbe servirgli a riprendersi la libertà dal ruolo di leader, che gli va stretto, spiega: “Scherzavo, io leader? E’ cominciato tutto per caso”, dice raccontando come è diventato un eroe negli anni Ottanta dopo la fragorosa cacciata dalla Rai ad opera di Bettino Craxi per la “battutina” sui socialisti che rubavano. Ma nel testo di “Grillo vs Grillo” (le due personalità in lotta sono appunto il comico e il politico), c’è una prima parte dedicata ai ricordi della Genova che fu, a quando lui faceva il saldatore e “c’era il porto, non c’erano i container e rubavano tutti, le puttane non erano escort ma bagasce genovesi; io non sono andato dal sessuologo, son andato dalla Ines”; poi però torna a lungo sui temi a lui cari, che sono l’ossatura della sua confusa e visionaria ribellione politica, germe originario del M5s. Quindi parla delle energie alternative, del cibo sintetico prodotto da stampanti 3D, del reddito di cittadinanza che dovrebbe liberare democraticamente le persone dalla schiavitù della “paura” e del lavoro nero e delle resistenze di quelle che il comico definisce “nicchie” come il sindacato e la Chiesa, “che perderebbe il suo ruolo nell’aiutare i poveri; ma i poveri devono essere liberi di scegliere se essere poveri”, tuona Grillo.

Alla Chiesa non fa sconti, dopo le polemiche di Torino sulla “comunione” officiata con i fedelissimi dando loro da mangiare dei veri grilli caramellati, ripete la scena a Roma, coinvolgendo nel rito il presidente della commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico, un attivista M5S e due giornalisti (ma Claudia Mazzola del Tg1 resiste eroicamente, si dibatte, non si piega all’imposizione del grillo). “Ora avete un po’ di Grillo dentro di voi, è la vostra comunione e la mia liberazione”, recita il comico che non vorrebbe più essere un politico.

L’idea è quella di sempre, la proposta di una “rivoluzione” per la quale è essenziale tornare a coinvolgere i cittadini, renderli nuovamente attivi. “Non ce ne facciamo nulla del vostro voto!”, urla col volto spiritato, per poi correggersi subito: “Questa non prendetela troppo sul serio…”. Sulla molto criticata vita interna del M5s Grillo torna senza ammorbidire i toni di un tempo, anzi rivendicando la continuità con la gestione di Casaleggio. “Aveva ragione lui, i nemici ce li abbiamo in casa”, e ironizza sulla sentenza che lo obbliga a riammettere gli espulsi di Roma, “uno era un negazionista che diceva che Auschwitz era un bed and breakfast, uno aveva fatto una lista con la Lega, ora vogliono rifare le votazioni con le quali abbiamo scelto Virginia Raggi. Questa gente è sporca dentro…”.

La politica però Grillo cerca di trattarla senza scivolare troppo nei temi più forti dell’attualità, come le riforme e i referendum. Alle amministrative di Roma dedica un passaggio che rivela il sentimento di grande ottimismo diffuso oggi nel Movimento: sul grande schermo, una foto della Raggi (presente in sala), lui dice fra gli applausi “non sono venuto qui a fare campagna elettorale, non ce n’è bisogno”. Poi punge l’informazione, tornando sul caso del sito dell’Unità e del falso filmato della candidata sindaco a una manifestazione pro-Berlusconi. “Ecco cosa abbiamo scoperto sulla Raggi”, dice mostrando un’altra foto con una ragazza bruna alle spalle di Adolf Hitler. Chiusura nel più classico stile M5s: sul video compare un Grillo angelicato che si libra da terra, “l’elevato” e il comico dal basso invita tutto il pubblico a mandarlo, come da tradizione, “affanculo”. Applausi, il comico è tornato comico, ma non si è liberato del tutto del suo ruolo di leader.