Trivelle, Boschi: referendum sbagliato, costi per tutti

"Emiliano ha perso e nella sua Puglia non ha avuto il quorum"

APR 19, 2016 -

Roma, 19 apr. (askanews) – Quello sulle trivellazioni in mare è stato un referendum sbagliato, “che evidentemente non interessava gli italiani” e che comunque “ha comportato un impegno e un costo per tutti”. Parola del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi che in una intervista al Corriere della Sera difende la scelta dell’astensione e risponde alle parole del governatore della Puglia, Michele Emiliano, capofila del comitato promotore.

“Capisco che chi perde un appuntamento elettorale o, come in questo caso, un referendum cerchi mille interpretazioni per dimostrare che non ha perso – dice la Boschi -. Vedo che Emiliano sta impiegando tutta la sua fantasia però, onestamente, la verità dei fatti è questa: si è votato per un referendum che riguardava un argomento specifico e che evidentemente non interessava alla maggioranza degli italiani. Il referendum non ha raggiunto il quorum nemmeno in Puglia, per cui, se dovesse valere il ragionamento di Emiliano (che la maggioranza di governo è stata votata da meno gente di quanta abbia votato al referendum, ndr) mi preoccuperei per lui come presidente di regione visto che non ha il 50 per cento più uno nella sua terra. Comunque questo non era un referendum sul governo nè un referendum politico. Lo abbiamo detto dall’inizio. Se adesso – finito il referendum – le regioni promotrici si occupassero di sistemare i depuratori e ridurre le liste di attesa nella sanità penso che saremmo tutti più felici”.

“Il referendum checchè ne dicano i promotori non era sulle energie rinnovabili – aggiunge il ministro -. Io il referendum l’ho interpretato così: volete o non volete continuare a garantire undicimila posti di lavoro? Questa è la ragione per cui abbiamo scelto di astenerci”. Ernesto Carbone ha irriso chi è andato a votare con il suo “ciaone” su Twitter? “Nessuno ha irriso chi ha partecipato e ha votato al referendum, anzi nutriamo massimo rispetto per chi si è recato alle urne – puntualizza -. Il “ciaone” che alcuni hanno utilizzato era un modo per ironizzare… Rivolto a una parte della classe dirigente che ha promosso il sì e non all’elettorato… Poteva essere evitato il “ciaone”? Certo, ma che quelli del “vaffa day” o chi ci ha definito venditori di pentole adesso facciano gli istituzionali e si scandalizzino per un “ciaone” la dice lunga”. Al referendum d’autunno sulla riforma costituzionale “che abbiamo fortemente voluto fin dall’inizio” “ci auguriamo ci sia una grande partecipazione”. Le opposizioni che raccolgono firme contro hanno dato vita a “una alleanza strutturata” “tutti contro il governo. Sarà bello vedere insieme Salvini e Vendola, Grillo e Brunetta e Berlusconi. Noi siamo convinti che gli italiani sapranno benissimo da che parte stare”.

Se la minoranza del Pd si schiera per il no? “A differenza degli altri partiti noi non cacciamo nessuno – conclude la Boschi -, lo abbiamo dimostrato concretamente respingendo le dimissioni che aveva presentato Walter Tocci in Senato quando non ha votato le riforme costituzionali in aula. Insomma non siamo quelli che espellono. Il Pd però si impegnerà al cento per cento per il sì a una riforma che il partito ha votato compattamente in Parlamento”.