Codice appalti, Renzi: governo chiude la strada alla corruzione

"Passo in avanti per sblocco Italia, tutt'altro che secondario"

APR 15, 2016 -

Roma, 15 apr. (askanews) – Il nuovo codice degli appalti “ha meno norme”, cosa che permetterà una “grande battaglia contro la corruzione, che si combatte con norme più semplici non più complicate”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in sala stampa a Palazzo Chigi, al termine del Consiglio dei ministri, secondo il quale il nuovo codice degli appalti è “un passo in avanti tutt’altro che secondario, un’operazione che continua a sbloccare i lavori fermi in Italia”.

“Se metti un meccanismo astratto – ha aggiunto – è evidente che chi vuol fare il furbo trova la strada. Noi abbiamo chiuso la strada alla corruzione. governo sta lavorando con determinazione, la lotta alla corruzione e all’evasione vedono governo in prima fila, c’è chi fa show e convegni e chi continua a lavorare per combatterla”.

“Avevamo qualcosa – ha proseguito – come un vecchio codice che aveva 660 articoli e 1500 commi, più norme successive, passiamo a un codice con 217 articoli, con linee di indirizzi che vengono affidate al lavoro dell’Anac e quindi semplificano moltissimo. E’ una riforma strutturale, un passo avanti notevole”.

“Noi abbiamo un sistema che parte da 36 mila stazioni appaltanti, con 14 anni di media per realizzare un’opera pubblica superiore ai 100 mln, una follia totale. In 14 anni – ha rimarcato Renzi – i tempi morti per la burocrazia pesano per oltre un terzo, di 14 butti via 4 anni di burocrazia, una cosa allucinante. Non solo, ma è un sistema talmente complicato e arzigogolato che la corruzione si annida”.

Con il nuovo codice sarà “più semplice, con meno norme, una grande battaglia contro la corruzione, che si combatte con norme più semplici non più complicate, e un ruolo forte di Anac e Ministero”, ha concluso il premier.