Milano, Parisi incassa appoggio Passera: noi modello per Italia

L'ex banchiere si ritira. Sala: non avranno vantaggio elettorale

APR 9, 2016 -

Milano, 9 apr. (askanews) – A poco meno di due mesi dalle elezioni amministrative, Corrado Passera annuncia il suo ritiro dalla corsa a sindaco di Milano per sostenere Stefano Parisi, candidato unico delle forze di centrodestra, da Forza Italia alla Lega passando per Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale. “Sono fortissimamente impegnato nella campagna elettorale di Milano e darò il mio massimo impegno, perché Stefano Parisi diventi sindaco”, ha esordito in una conferenza stampa congiunta nel suo quartier generale, nella centralissima via Dante.

Con questa mossa Passera intende offrire la soluzione per fare vincere al centrodestra una grande città al voto il prossimo 5 giugno: di fatto, mettendo a disposizione il frutto di una campagna elettorale che va avanti già da dieci mesi, porta in dote al candidato sindaco Parisi una percentuale di voti che gli ultimi sondaggi stimano intorno al 6-7%. E che con una lista civica unica con Parisi, fanno notare dall’entourage di Passera, potrebbe arrivare a pesare circa il 10%, quasi quanto un partito politico come Forza Italia. Ma soprattutto, questa operazione, evita di dare una “deriva politica populista” all’attuale centrodestra, dove la Lega di Matteo Salvini si candida a dettare la linea.

Parisi ci crede, tanto che ha parlato di “giornata storica” per questa campagna elettorale. Corrado Passera “dà un contributo molto forte, il turbo a questa coalizione – ha detto – A Milano si può generare nuovo modello di governo per l’Italia”. Ed è a questo che con l’accordo raggiunto oggi i due neo-alleati puntano: fare del capoluogo lombardo un laboratorio per “sconfiggere il renzismo”, come ha spiegato il coordinatore nazionale di Italia Unica, Lelio Alfonso.

Sull’altro frontre, il candidato del centrosinistra, Beppe Sala, bolla l’accordo raggiunto da Passera e Parisi come una “scelta di potere e poltrone”. “Corrado Passera solo 20 giorni fa dichiarava: ‘Milano non si può permettere il gemellaggio con il fascismo leghista lepenista imposto a Stefano Parisi”, ha ricordato Sala, che parla di “atteggiamenti meschini, dannosi per la politica intesa come servizio alla comunità”. Schermaglie a parte, l’ex commissario di Expo liquida l’operazione come ininfluente dal punto di vista elettorale, “non si tradurrà in un vantaggio per il centrodestra e acuirà inevitabilmente le divisioni all’interno della compagine”, ha commentato. Ma dopo oggi il quadro è nei fatti cambiato.