Cuperlo e Sinistradem: non siamo inciampo al governo ma Pd cambi

"Combatteremo contro la privatizzazione del partito"

APR 2, 2016 -

Firenze, 2 apr. (askanews) – Il Pd come “cucine da incubo”: “topi e pantegane in cucina”, lo chef gigante buono che “strapazza un po il cuoco” e voilà, dopo due giorni, la trattoria da incubo diventa un ristorante stellato. Ma no, in giro, tra i dirigenti e i leader del Pd, di chef stellati come Antonino Cannavacciuolo che possano compiere il miracolo “non ce ne sono”. E i problemi sono vecchi, non si risolvono cambiando gestione. L’immagine è del leader di Sinistradem Gianni Cuperlo che, al termine della due giorni a Firenze “alla ricerca di un buon partito”, assicura – per l’ennesima volta – di non avere “nessun interesse e nessuna intenzione di fare inciampare nè tantomeno di fare cadere il governo”. Ma mette tre punti fermi oltre al decalogo che Sinistradem offre all’intero partito e alla sua maggioranza rappresentata oggi dalla presenza e dagli interventi dal palco di Lorenzo Guerini e, non senza una piccola contestazione, di Matteo Orfini.

Primo: a chi voterà “no” al referendum sulle riforme costituzionali deve essere “riconosciuta dentro il Pd piena legittimità”. Secondo: se si pensa “di fare della rete dei comitati del Sì al referendum, delle Leopolde la new co, il nuovo Pd lo contrasteremo”, “contrasteremo questa forma di privatizzazione della politica”. Terzo: non è possibile che tutte le volte che uno fa una proposta “si inizi a parlare di volatili” (i famosi gufi, ndr), è necessario “distinguere governo e partito” proprio per rendere più forte l’esecutivo.

Insieme a questo una serie di riflessioni sul modello di partito che non deve essere – punto di condivisione totale con la posizione di Orfini – “un partito degli eletti” nè ormai “un ibrido tra partito liquido e solido” e che non può vedere un uomo solo al comando perchè, per dirla con le parole del senatore della minoranza dem Walter Tocci, “sarebbe incompatibile con la logica delle primarie”. Inoltre “se la leadership che è a Palazzo Chigi è solitaria non produce riforme ma un ammasso normativo. Le riforme non si fanno per editto”, sentenzia Tocci.

Davanti alla platea di Sinistradem il vice segretario Lorenzo Guerini assicura che Verdini e il suo gruppo parlamentare, che non sono niente altro che “un pezzo dell’implosione del centrodestra”, non “sono dentro la maggioranza” e il loro voto a sostegno della maggioranza, fosse anche su una fiducia come è accaduto nel caso della legge sulle unioni civili, è “episodico”. Più difficile il rapporto del presidente dem Matteo Orfini con i militanti riuniti a Firenze. Niente da dire sul fatto che il modello del Pd “così com’è non funziona” ma non è “responsabilità” di Renzi, ma quando Orfini difende il governo sul caso petrolio e rifiuti in Basilicata la platea mugugna. Il ministro Federica Guidi “ha sbagliato” ma si è dimessa e il caso si è risolto “in tre ore”: spiegazione poco convincente per Sinistradem con qualcuno che urla “ma cosa ci racconti…”.