Bruxelles, D’Alema: no a comunità separate, serve Islam europeo

"Se la moschea la finanzia l'Arabia saudita, manda il predicatore"

MAR 24, 2016 -

Roma, 24 mar. (askanews) – Tra le risposte che l’Europa deve dare per contrastare la diffusione dell’estremismo islamico e rispondere all’ondata di attacchi terroristici c’è la necessità di costruire un Islam europeo. Lo ha sostenuto l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema in una intervista a Radio anch’io su Radiouno Rai. Si tratta, ha spiegato, di “un lavoro di lungo periodo. Però, vede, questo mondo musulmano che vive in Europa in parte notevole non si è integrato in Europa: lo abbiamo visto a Molembeek; non i terroristi, ma la reazione della gente contro la polizia e i giornalisti. Il che vuol dire che intorno al terrorismo c’è se non un’area di solidarietà, un’area di non ostilità”.

A giudizio dell’esponente democratico “l’Europa dovrà riflettere. Quale politica di convivenza facciamo? L’attuale situazione, in cui molto spesso queste persone vivono come comunità separate e legate ai paesi di origine, è qualcosa che li tiene separati dalla società europea, crea delle aree in cui è più facile che si infiltri la propaganda fondamentalista e anche terrorista. Vorrei che queste persone si sentissero a tutti gli effetti cittadini europei, preferirei che potessero costruire le loro moschee come si costruiscono le chiese con il denaro pubblico, In Italia c’è l’8 per mille per la Chiesa cattolica, ma c’è un milione e mezzo di musulmani che non sono riconosciuti”.

“Un Islam europeo – ha concluso quindi l’ex premier – potrebbe essere un islam più aperto, più modermno di quello fondamentalista che viene da certi paesi d’origine. Se il centro islamico lo costruisce l’Arabia saudita, il predicatore salafita lo mandano loro”.