Boldrini boccia accordo Ue-Turchia: difficile da mettere in atto

Grecia ha giustizia lenta, a Turchia serve legge su diritto asilo

MAR 18, 2016 -

Roma, 18 mar. (askanews) – “Ho seri dubbi che quest’accordo possa essere messo in atto, è molto complicato già sulla carta”.Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, a Radio radicale, commentando l’accordo sui migranti raggiunto tra Ue e Turchia. “Chi conosce bene la materia – ha proseguito la terza carica dello Stato – sa che questo accordo nel diventare gestione quotidiana potrà essere quasi impossibile da mettere in atto. In base a quest’accordo la Grecia dovrà ricevere migranti, identificarli, fare le procedure di asilo e poi potranno anche fare ricorso. Tutto questo sull’isola dove approdano le persone, possono passare mesi, anni”.

“Già a dicembre – ha ricordato Boldrini – c’erano 23mila ricorsi di richiedenti asilo presentati prima del giugno 2013. Coi ritmi della giustizia greca che sono lunghi immaginiamo quanto tempo i migranti verrebbero trattenuti in hot spot non attrezzati alla detenzione che sarebbe lunghissima. E tutto ciò viene fatto perché per ogni siriano che arriva in Grecia e viene rimandato indietro, l’Europa prenderà dalla Turchia un altro siriano. E’ una condizione difficilissima da realizzare. Quando si passerà alla pratica tutto questo diventerà molto molto complicato”.

“E’ come se – ha insistito Boldrini – si fosse deciso di esternalizzare il diritto di asilo, cioè di dare il compito alla Turchia di gestire in nome dell’Europa l’asilo, dimenticando che la Turchia non ha firmaro il protocollo del 1967 e quindi riconosce rifugiati solo coloro che vengono dall’Europa perché ha la riserva geografica. Non c’è il quadro giuridico minimale, la Turchia dovrebbe mettere in piedi una legge sull’asilo che non ha perché oggi c’è l’Unhcr che si occupa dei richiedenti asilo non europei. La soluzione trovata oggi può andare bene sulla carta, ma ho grosse riserve, in pratica necessita di tempi lunghissimi. Nel frattempo viviamo ogni giorno la vergogna di Idomeni”.