Comunali, Lega si sfila a Napoli. Cav: per Roma modello Polverini

Pronto a stabilirsi nella Capitale. "Salvini venditore di tappeti"

MAR 17, 2016 -

Roma, 17 mar. (askanews) – Il centrodestra trova un accordo per il candidato di Bolzano. E di questi tempi, ormai, è una notizia. La rottura che si è consumata nella Capitale tra Silvio Berlusconi da una parte e Matteo Salvini e Giorgia Meloni dall’altra, dopo Torino, rischia di ripetersi anche in altre città chiamate al voto amministrativo, quì e lì in Italia. A quanto pare con l’eccezione di Milano, visto che il leader della Lega anche oggi si è premurato di “blindare” Stefano Parisi. Ma un nuovo fronte è già pronto ad aprirsi a Napoli, dove il Carroccio prepara il terreno per mettere in discussione la candidatura di Gianni Lettieri, sostenuto da Forza Italia, e confluire poi su un nome unico con Fdi. “Devo sentire i miei”, dice il numero uno padano, che pure qualche settimana fa aveva ufficializzato il suo sostegno all’imprenditore.

La rottura nella coalizione, insomma, non soltanto è un dato di fatto ma viene costantemente alimentata da Matteo Salvini. La scalata alla leadership è ufficialmente cominciata e Silvio Berlusconi ha intenzione di rispondere a questo assalto conducendo personalmente la campagna elettorale a Roma per Guido Bertolaso.

“Salvini si è comportato come un venditore di tappeti, ha chiuso l’accordo su Milano e poi – si sarebbe sfogato – si è sfilato su Roma”. Quella che per altri è una riuscita strategia, per Berlusconi è invece una “cosa poco seria”. Ecco perché va ripetendo che non si fida più del segretario leghista e che difficilmente potrà tornare a farlo in futuro.

La sua risposta è quindi quella di condurre in prima persona la campagna elettorale a Roma, tanto che avrebbe promesso di stabilirsi per i prossimi mesi nella Capitale. L’idea è quella di bissare il “modello Polverini”, che riuscì a vincere le elezioni per la Regione anche se la lista di Forza Italia fu esclusa dalla competizione. Il Cavaliere crede di poter tirare la volata e ha come obiettivo minimo “fare più di Giorgia Meloni”.

Se l’ex premier scommette su se stesso, tuttavia, i suoi avversari nella coalizione si augurano esattamente il contrario e cioè che le elezioni di Roma certifichino non solo che non c’è più nessun Re Mida delle campagne elettorali, ma che non c’è proprio più un leader del centrodestra.

Un tema che non pervade soltanto i ragionamenti dei leader dei partiti alleati ma che comincia sempre più a serpeggiare anche tra gli azzurri, che temono di sprofondare, ergo perdere seggi parlamentari per il futuro.

Chi si sta muovendo è certamente Giovanni Toti che domani lancia la sua fondazione Change e che è tornato a sostenere la necessità fare una legge per regolare le primarie, argomento a cui Berlusconi è notorialmente allergico. Una mossa, quella del governatore della Liguria, che in molti leggono con un modo per “affrancarsi” dal leader. Ma lui frena: la mia finalità – dice – è “il sostegno alla attività politica del centrodestra in Liguria”.