Mattarella: rapimento Moro ferita profonda della Repubblica

Un giorno di sangue che spinge a responsabilità verso democrazia

MAR 16, 2016 -

Roma, 16 mar. (askanews) – “Una ferita profonda nella storia della Repubblica è stata inferta il 16 marzo di 38 anni fa dalla mano brigatista. La memoria di quel giorno di sangue e di dolore è ancora viva in noi, suscitando forti sentimenti di solidarietà e un accresciuto senso di responsabilità verso la democrazia, il bene comune, il futuro della nostra comunità”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nei giorno in cui ricorre l’anniversario del rapimento di Aldo Moro e dell’uccisione della aua scorta.

“Il primo pensiero deferente – ha continuato Mattarella – è rivolto a Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino, i cinque uomini della scorta di Aldo Moro che in via Fani vennero barbaramente uccisi nel compimento del loro dovere. Alle loro famiglie esprimo la mia vicinanza e gratitudine per come hanno affrontato l’indicibile sofferenza e per la dignità con cui hanno reso testimonianza ai loro cari”.

Per Aldo Moro, ha concluso il Capo dello Stato, “il 16 marzo fu l’inizio di un tremendo calvario, che si concluse con la sua morte. L’azione dei terroristi assassini determinò, oltre al prezzo delle vite umane, pesanti conseguenze nella vicenda del Paese”.