Renzi vede capigruppo Pd: maxiemendamento e stralcio stepchild

Deciderà l'assemblea dei senatori. Premier: ma l'accordo va fatto

FEB 22, 2016 -

Roma, 22 feb. (askanews) – Ufficialmente a decidere sarà l’assemblea dei senatori Pd convocata per martedì 23 (alle 13 e non più alle 20), ma ormai la strada per l’approvazione del ddl sulle unioni civili sembra segnata: fiducia su un maxiemendamento interamente riassuntivo del ddl Cirinnà, con lo stralcio dell’articolo 5 (quello sulle stepchild adoption) e dell’ultima parte dell’articolo 3, più le altre correzioni sull’equiparazione al matrimonio previste dal pacchetto di emendamenti a firma Lumia. E’ questa la linea confermata anche nella consueta riunione del lunedì mattina tra Matteo Renzi e i capigruppo Pd di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda, secondo quanto riferito da fonti Pd. Tanto che si sta già lavorando alla stesura tecnica del maxiemendamento, da parte – si spiega – degli uffici del ministro Boschi.

“E’ l’unica strada per portare a casa la legge”, ripetono dal Pd, assicurando che, “al di là delle schermaglie, c’è l’accordo con i centristi”. Del resto, “noi accettiamo a malincuore di stralciare la stepchild adoption, loro possono accettare ad esempio il passaggio sulla reversibilità che pure oggi Alfano critica”. Nonostante il pressing di queste ore della minoranza Pd, infatti, ai vertici del Nazareno ritengono “impercorribile” tornare a cercare l’accordo con i Cinque Stelle, oggi oggetto del sarcasmo di Renzi: “C’era una prova d’intesa col M5s che venti minuti prima di votare l’emendamento Marcucci si è tirato indietro. Si dice che cambiare idea è segno di intelligenza, allora loro sono dei geni assoluti perchè hanno cambiato idea costantemente”.

Dunque, per i vertici del Pd c’è un unico modo per superare “il piccolo inconveniente” – come lo ha definito Renzi – costituito dal fatto che il Pd in Senato non ha i voti sufficienti per approvare da solo la legge: “L’unica strada è l’accordo con la maggioranza di governo – ribadiscono – e la fiducia”. Con la convinzione che la minoranza Pd si adeguerà: “Sarebbe sorprendente se non votassero una legge attesa da 30 anni, sia pure senza le stepchild”. Ai sì della maggioranza di governo, dovrebbero poi aggiungersi anche quelli dei verdiniani di Ala. Del resto, ha detto ancora alla stampa estera il premier Renzi, “non si tratta di concedere qualcosa ad altri, ma dobbiamo arrivare a 161. Siamo 112 e con qualcuno questo accordo va fatto”.