Giannini alla ricercatrice Roberta D’Alessandro: i ministri non si vantano

E un ricercatore si schiera con la ministra

FEB 15, 2016 -

Roma, 15 feb. (askanews) – “Ogni forma di polemica penso siainutile e sterile quando si parla di ricerca scientifica e dirisultati importanti che riguardano la comunità scientificanazionale”. Il ministro dell’istruzione, dell’università e dellaricerca Stefania Giannini ha risposto così, dai microfoni diSkytg24, alle polemiche sollevate dopo le parole dellaricercatrice Roberta D’Alessandro.“I ministri non si vantano di alcunchè – ha detto il ministro -hanno semmai il dovere, come credo di aver fatto umilmente egioiosamente, di felicitarsi con tutti i membri della comunitàitaliana. Ricordo poi che, alla fine, i ricercatori, gli studiosi e gli scienziati non sono, italiani, tedeschi, francesi o americani ma membri di una comunità che per definizione èinternazionale. Quindi più cooperazione, più fondi per laricerca, che è il nostro compito e la nostra responsabilità, epiù meccanismi semplici perchè – ha concluso – non siamo solo ingrado di far rientrare i nostri giovani o meno giovani che sonoall’estero per ragioni di studio ma anche di attrarre sempre piùe sempre meglio talenti stranieri”.Intanto oggi un altro ricercatore è intervenuto nella polemica innescata da Roberta D’Alessandro. Si chiama Francesco Grillo e ha detto la sua, sempre in forma di lettera, sul magazine online “InPiù”: concorda con la sua collega in linea di principio, ma invita anche a non ignorare alcuni aspetti positivi introdotti dall’attuale ministro, e soprattutto sprona a indirizzare energie, più che a una sterile querelle, verso un atteggiamento propositivo e costruttivo.Ha scritto Francesco Grillo: “Roberta quello che dici – quando denunci la mancanza di meritocrazia nelle università italiane – è vero. Ma che facciamo (ammesso che l’ipotesi di lasciare per sempre questo Paese non soddisfi totalmente le nostre aspirazioni)? La tua situazione è simile alla mia e a quella di migliaia di altri italiani. Ho fatto un MBA a Boston, un Phd alla London School of Economics e oggi pomeriggio sto scrivendo un application per tornare ad Oxford. Sento la tua stessa rabbia. Ma non è solo nell’università italiana che l’Italia ha perso qualsiasi interesse per il merito. E non è neanche solo al merito che non siamo più interessati. Abbiamo – tutti – perso interesse per la Conoscenza. Quella cosa che dovrebbe essere carattere distintivo della nostra umanità; alla quale abbiamo dato contributi significativi come Paese; e sulla quale è letteralmente fondata – oggi più che mai – la capacità dei Paesi di crescere (non solo dal punto di vista economico). Ma che facciamo? Io provo a dare qualche consiglio al ministro a cui tu hai contestato l’appropriazione del tuo premio da parte di un Paese che non ti merita. Anche se francamente troppo spesso si dimentica che questo è il Paese nel quale siamo stati formati fino alla laurea e in modo eccellente se poi vincono. All’estero, ma vincono”.“Però – ha proseguito Grillo – hai ragione a provare la rabbia che mi sembra cogliere nelle tue parole anche se ti assicuro che io ho motivi forse ancora più diffusi per provarla. Ma perché – ha sottolineato a questo punto il ricercatore – non proviamo a contribuire a disegnare un progetto di cambiamento realistico?Perché non ci proviamo visto che questo ministro (pochi lo sanno tra i professionisti della lamentela) ha rischiato tantissimo per introdurre, appunto, un elemento di valutazione e autonomia nelle scuole? A confrontarci sulle cose da fare? Altrimenti ti garantisco che queste polemiche, nel giro di qualche giorno, si scordano e rimane tutto come prima. E vinceranno loro: i baroni che non solo non fanno ricerca, ma non fanno neanche lezione e hanno il tempo di fare i politici e gli opinionisti dei giornali; gli europarlamentari che non sanno manco una parola di inglese (esistono pure loro); i dirigenti pubblici inutili che prendono il doppio del tuo stipendio di cui la metà per uno stipendio variabile che è uguale per tutti (succede pure questo); il Festival di Sanremo e Porta a Porta; quelli per i quali il problema è sempre il governo e loro possono comodamente continuare a guardare la televisione; l’inerzia che fa spendere all’Italia (non so se lo sai) quattro volte di più in pensioni che in educazione (dagli asili alle università). Perché non proviamo a capire cosa fare? Altrimenti vince l’inerzia. E saremo tutti sconfitti. Compreso questo ministro. E tutti quelli che oggi (compreso mia figlia) sembrano non avere alcuna altra prospettiva che non sia la fuga”.Gci/Mau/Int5