Italia-Usa, Mattarella: cultura unisce e semina tolleranza

Il capo dello Stato oggi vede Obama, sul tavolo Isis e Libia

FEB 8, 2016 -

Washinton, 8 feb. (askanews) – Un invito alla tolleranza e al dialogo oltre le frontiere è il messaggio che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rivolge in occasione della sua prima visita negli Stati Uniti, forte alleato con cui l’Italia divide molto della sua storia, compreso l’impegno per un futuro di sicurezza e stabilità in regioni ad alta tensione come la Siria e la Libia.

“La cultura unisce al di là delle frontiere e semina rispetto per la civiltà e la tolleranza,” ha detto il capo dello Stato ai giornalisti che lo hanno incontrato ieri sera in un elegante albergo a pochi passi dalla Casa Bianca, dove oggi Mattarella si recherà per un incontro con il presidente Barack Obama nello Studio Ovale al quale parteciperanno anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e il vice presidente Usa Joe Biden.

La strategia degli Stati Uniti per fermare la minaccia terroristica dell’Isil in Libia, e la effettiva disponibilità dell’Italia ad una eventuale campagna militare sotto egida Onu, se questa si rendesse necessaria dopo l’eventuale nascita di un governo di unità nazionale nel paese, sono tra i temi principali in agenda oggi.

I due capi di stato alleati “discuteranno degli sforzi comuni per contrastare l’Isis e della crisi globale dei rifugiati. Si scambieranno vedute sugli sviluppi economici in Europa, sull’importanza di concludere il ‘Transatlantic Trade and Investment Partnership’ (Ttip) e altri temi di interesse comune,’ ha ribadito la Casa Bianca ieri sera.

L’incontro, che inizierà intorno alle 11 ora locale (le 17 in Italia), sarà uno dei momenti cruciali della missione di Mattarella negli Stati Uniti, prima della tappa mercoledi e giovedi a New York, e di quella tappa conclusiva venerdi a Houston, in Texas. Una sei giorni cominciata ieri in forma solenne al memoriale dei militari caduti in guerra presso il cimitero nazionale di Arlington, e proseguita con una sosta ai capolavori della National Gallery of Art, uno dei più bei musei della capitale americana.

Gli Stati Uniti hanno chiesto da tempo agli alleati di intensificare gli sforzi per fermare Isis. Un piano di intervento non è ancora pronto e forti alleati come l’Italia hanno fatto capire di voler attendere la possibile formazione di un governo stabile in Libia che potrebbe quindi chiedere una risoluzione delle Nazioni Unite.

Obama, che sostiene gli sforzi a guida Onu per portare alla formazione di un governo stabile in Libia, sta valutando con il suo team di sicurezza nazionale i passi da poter prendere per fermare Isis in “stretta consultazione con alcuni dei nostri alleati Europei,” come il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest ha dichiarato in un briefing a fine gennaio. L’Italia ha fatto capire di essere pronta a dare supporto logistico, ad addestrare i militari ed anche a proteggere le sedi governative locali.

Il caso della morte in Egitto dello studente 28enne Giulio Regeni, che si sospetta sia stato torturato e ucciso per le sue fonti, non risulta ufficialmente in agenda nel colloquio con Obama, ma le relazioni di Roma con il Cairo e la volontà dell’Italia di fare chiarezza sull’accaduto restano un problema di pressante attualità per il governo italiano.

Dopo l’appuntamento con Obama, Mattarella si recherà nel pomeriggio presso l’Ambasciata d’Italia per incontrare la comunità italiana. Martedì il capo dello Stato si recherà al Congresso per un incontro con la leadership italo-americana. Mercoledi, a New York, sarà la volta del suo atteso incontro con il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, con sullo sfondo la candidatura dell’Italia per ottenere un seggio non permanente nel consiglio di sicurezza dell’Onu per il biennio 2017-19.

Ma oltre alla politica estera, Mattarella avrà anche incontri con la comunità italiana e occasioni culturali. Ieri sera, alla National Gallery, il presidente ha visitato la mostra “Power and Pathos”, una raccolta di oltre 50 bronzi del periodo ellenistico di cui più di un terzo proviene dai musei italiani (come il Museo Archeologico di Napoli) e si è soffermato davanti al ritratto di Ginevra de’ Benci, l’unica opera di Leonardo da Vinci esposta negli Stati Uniti.