Federica Mogherini in corsa (a ostacoli) per la poltrona di Ban Ki-moon

Anche Kristalina Georgieva tra le papabili

GEN 18, 2016 -

Roma, 18 gen. (askanews) – Il mandato del segretario generaledell’Onu Ban ki-moon scade il 31 dicembre prossimo. Prima di luialtri sette uomini hanno avuto la leadership delle Nazioni Unite.”E’ ora di cambiare”, ha scritto il “New York Times”, sostenendo lanecessità di nominare una donna. E oggi, il quotidiano franceseLe Figaro ricorda – con parole che risuonano da endorsement -l’attivismo di Kristalina Georgieva, vice presidente eCommissario dell’Unione europea per il Budget e le Risorse umane,a cui a maggio sarebbe stato affidato il compito di trovare nuovifinanziamenti per le Nazioni unite. “La Georgieva sarebbe unacandidata eccellente”, ha confermato un alto funzionario Onucitato dal quotidiano.La corsa per la successione al diplomatico sudcoreano, insomma, ègià entrata nel vivo. E tra i partecipanti spicca anchel’italiana Federica Mogherini, attuale Alto rappresentante Ue perla Politica Estera e di sicurezza. Una corsa che per lei prevedeanche alcuni ostacoli, non ultimo il fatto che – rilevano alcunefonti – “il segretario generale è solitamente espressione diPaesi strategicamente non eccessivamente rilevanti”.Non è il caso dell’Italia. La leadership della missione Onu inLibano, il ruolo rilevante in Afghanistan e in Kosovo, ilprossimo probabile impegno in Libia alla guida di una missione distabilizzazione sono solo alcuni esempi di un’Italia’sovraesposta’ a livello strategico, diplomatico, militare,economico ed umanitario. Certo, a favore di Lady Pesc giocano laperseveranza e l’equilibrio con cui ha inseguito e, alla fineottenuto con il segretario di Stato Usa John Kerry, un accordosul programma nucleare iraniano. Un successo che Mogherini puòvantare nonostante la latitanza di una politica estera comuneeuropea, mentre qualcuno le rimprovera posizioni troppofilo-arabe e filo-russe (ma questo potrebbe non esserenecessariamente un punto a suo sfavore, visto che Mosca è membropermanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, organo che’suggerisce’ all’Assemblea il nome da votare).Un punto a suo sfavore potrebbe invece essere l’eccessivoaffollamento di italiani in ruoli di leadership all’Onu. Il primogennaio di quest’anno Filippo Grandi ha assunto l’incaricoquinquennale di Alto Commissario delle Nazioni unite per irifugiati. Un ruolo di straordinaria importanza, in un momento incui si discutono le possibili vie di pacificazione della Siria e,soprattutto, in un momento di sfide senza precedenti nel campodelle migrazioni. Inoltre, non è un mistero che l’Italia puntialla direzione dell’Unesco, con tre possibili candidati di pesocome Giovanna Melandri, Francesco Rutelli e Piero Fassino e,soprattutto, a un seggio non permanente al Consiglio di Sicurezzaper il biennio 2017/18.In ogni caso, sono numerosi i nomi di personalità femminili giàproposti ufficiosamente o semplicemente sussurrati per lasuccessione di Ban Ki-moon. Tra i più accreditati ci sono quellidell’attuale direttore generale dell’Unesco Irina Bokova, delCommissario Ue per il Budget e le Risorse umane KristalinaGeorgieva (entrambe bulgare), del direttore del Fondo monetariointernazionale, la francese Christine Lagarde, della presidentedella Liberia Ellen Johnson Sirleaf, del segretario esecutivodella Commissione economica per l’America Latina e i CaraibiAlicia BÃ?rcena Ibarra, del presidente della Commissioneinternazionale contro la Pena di Morte, Navi Pillay.Coa-Plg