I motivi dello scontro tra Renzi e Juncker

TEnsione tr ail premier e il presidente della Commissione Ue

GEN 15, 2016 -

Roma, 15 gen. (askanews) – Lascia passare tutta la giornataMatteo Renzi, affida una risposta ferma ma pacata nei toni alministro Padoan, ma poi a sera sceglie le telecamere del Tg5 peralzare ulteriormente i toni dello scontro con Bruxelles:”L’Italia non può più essere telecomandata” dalla Commissione, “èfinito il tempo in cui si andava col cappello in mano”, “non sonouno che si fa intimidire”, “guido un grande Paese”, “rappresentonon solo il mio partito ma tutti gli italiani”.Una strategia che guarda sì a Bruxelles, e alla necessità tantevolte ribadita dal premier che l’Ue cambi rotta sulla politicaeconomica, ma che sembra guardare anche agli scenari di politicainterna. Con quei richiami al Paese e agli italiani che da unlato, spiegano dal Nazareno, “servono a chiedere unità a tutte leforze politiche”; ma che dall’altro “servono anche a far capirechi veramente è in grado di difendere gli interessi degliitaliani, al di là delle urla e degli inviti a ‘battere i pugnisul tavolo…”. E l’esempio che si fa è quello di Brunetta: “Hachiesto per due anni che l’Italia alzasse la voce, ora si schieracon Juncker?”. Tuttavia, Renzi ci tiene a precisare che la suanon è una posizione anti-europeista, anzi: “Le istituzioni diBruxelles hanno bisogno di farsi aiutare dai veri europeisti, nondi aprire polemiche sterili”.Ma resta il fatto che la scontro tra Roma e Bruxelles è ormaiconclamato, perché – spiega una fonte autorevole del Pd -“Juncker ha scelto di schierarsi con la Merkel. Ha primapoliticizzato il merito delle richieste italiane, facendone unaquestione di socialisti contro popolari, e poi ha scelto di staredalla parte del più forte”. Anche per questo, nella e-news, Renziricorda al presidente della Commissione che “è stato eletto inbase ad un accordo per flessibilità e investimenti”. Ma la verabattaglia è con Berlino: sull’unione bancaria, sulle sanzionicontro Mosca e i gasdotti con la Russia, sul “double standard”nell’applicazione delle regole Ue, sul cambio di politicaeconomica. Fino a poche settimane fa il premier, parlando con isuoi collaboratori, si diceva sicuro che la Merkel sarebberimasta isolata, che “anche la Francia l’avrebbe mollata”,sancendo così la vittoria della linea italiana. Un calcolo forseprematuro, visto l’attacco di ieri da parte di Moscovici allerichieste di Roma. E vista la scelta fatta da Juncker.Rea/Int2