Banche, De Vincenti: non escluso rimborso totale a risparmiatori

"Per ora fissiamo principi, poi vedremo se servono altre risorse"

GEN 9, 2016 -

Roma, 9 gen. (askanews) – “In linea di principio l’ipotesi di un rimborso totale non è da escludere. Per il momento si sta ragionando sui principi che porteranno a fissare criteri precisi”. Lo afferma il sottosegretario alla presidenza del consiglio Claudio De Vincenti, in un’intervista al Corriere della Sera, sugli indennizzi ai risparmiatori coinvolti nel crack delle quattro banche interessate dal decreto del governo.

Il primo criterio “è che non sia stata fornita al risparmiatore un’informazione adeguata su quel tipo di investimento. Il secondo è che saranno privilegiate le posizioni più fragili, considerando sia il tipo di investimento sia il profilo generale del risparmiatore”. Dunque è possibile che gli indennizzi non siano nella stessa percentuale per tutti i risparmiatori (“E’ una delle ipotesi”), e c’è anche la possibilità che per i rimborsi arriveranno altre risorse oltre ai 100 milioni di euro messi a disposizione dal sistema bancario (“Non e’ da escludere, ma vedremo più avanti. Prima bisogna capire quante risorse saranno assorbite dalle decisioni degli arbitrati. Poi, se necessario, potremo intervenire”). De Vincenti esclude poi ogni conseguenza dall’inchiesta della magistratura sul governo: “Le indagini devono fare il loro corso e, una volta accertate le responsabilità, chi avesse sbagliato dovrà pagare. Ma in ogni caso escludo conseguenze di qualsiasi tipo sul governo”.

Nell’intervista De Vicenti affronta anche il tema dell’utilizzo dei fondi europei: “Il dato finale lo avremo a febbraio ma siamo molto soddisfatti. Abbiamo sostanzialmente raggiunto l’obiettivo di assorbimento delle risorse, stimiamo un rischio residuo non superiore al 2-2,5%. Insomma alla peggio potrebbe restare fuori un miliardo”, dichiara il sottosegretario.

Quanto poi alla cordata per l’Ilva, “non abbiamo preferenze di nazionalità. L’unica preferenza è per una soluzione che mantenga la forza industriale e finanziaria dell’azienda e il radicamento sul territorio italiano di tutti gli attuali stabilimenti, a cominciare da Taranto”, spiega De Vincenti, secondo cui chi parla di esproprio “non sa di cosa sta parlando. Siamo nel pieno rispetto della Legge Marzano”.