Niente emendamenti del governo sulle unioni civili, deciderà aula

Affido rafforzato bocciato, ma preoccupano sondaggi su adozione

GEN 8, 2016 -

Roma, 8 gen. (askanews) – Niente emendamenti del governo sul punto più controverso del ddl unioni civili, quello della stepchild adoption. Ma neanche un’iniziativa del Pd, e quindi del segretario-premier Matteo Renzi: provare a dirimere la questione toccherà infatti all’assemblea del gruppo Dem del Senato, che si riunirà prima della Direzione del partito che si sarebbe dovuta tenere intorno al 18 gennaio ma che slitterà verso la fine del mese. E’ la linea messa a punto nell’incontro di questa mattina tra il premier Renzi, il ministro dei Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi e i capigruppo Dem di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda. Con l’obiettivo di lasciare all’aula di Palazzo Madama la spinosa questione.

“L’obiettivo del governo e del Pd è quello di portare la legge a casa”, spiega una fonte ben informata, e “su questo siamo tutti d’accordo, laici e cattolici”. Ma perchè funzioni il “fragile giochino che prevede la sponda con i Cinque Stelle su alcuni punti e la necessità di non sfilacciare troppo la maggioranza, la questione non può che essere lasciata all’aula”. I Cinque Stelle infatti “non voterebbero mai” un eventuale emendamento del governo. D’altro canto, il sostegno grillino non arriverebbe neanche nel caso in cui la maggioranza fosse in difficoltà: “Il loro primo obiettivo resta quello di mandarci sotto”. Per questo a Boschi il premier ha affidato il compito di lavorare ad una mediazione che – senza provocare la reazione della sinistra Dem – recuperi pienamente i voti cattolici, del Pd e della maggioranza. Non che al governo siano preoccupati che qualcuno possa andare fino in fondo nell’opposizione alle unioni civili: “Li vogliamo proprio vedere 20 senatori del Pd e quelli di Alfano che affossano la maggioranza…”. Ma appunto nell’ottica della sponda dei Cinque Stelle è fondamentale che la maggioranza appaia compatta.

Resta da capire su quale punto di merito la mediazione si riuscirà a trovare. Nella riunione di oggi a palazzo Chigi, riferiscono fonti presenti, la proposta dell’affido rafforzato avanzata dal cattolico Dem Stefano Lepri sarebbe infatti stata bocciata: “Dal punto di vista costituzionale, è opinione condivisa da tutti che sia peggio della stepchild adoption”. In campo resta invece l’ipotesi di ribadire espressamente il divieto del ricorso all’utero in affitto, senza però arrivare a vietare la stepchild adoption per i figli concepiti (all’estero) con quella pratica: “Una volta che un bambino è nato, non possiamo discriminarlo perchè concepito con l’utero in affitto”, spiega un cattolico Dem. Ma se la stepchild adoption resta dal punto di vista giuridico la proposta che più convince, c’è un problema di consenso nel Paese: “I sondaggi che anche Renzi monitora – spiega una fonte Pd – ci dicono che la grande maggioranza degli italiani fatica a digerire il concetto di adozione riferito ad una coppia omosessuale”. Da qui la necessità, per Renzi e Pd, di trovare una difficile terza via.