Migranti, Mattarella:Italia deve praticare accoglienza e rigore

A loro affidiamo i nostri affetti più cari. Non dimenticare Aylan

DIC 31, 2015 -

Roma, 31 dic. (askanews) – “In questo periodo masse ingenti di persone si spostano, anche da un continente all’altro, per sfuggire alle guerre o alla fame o, più semplicemente, alla ricerca di un futuro migliore. Donne, uomini e bambini: molti di questi muoiono annegati in mare, come il piccolo Aylan e, ormai, purtroppo anche nell’indifferenza. Larghissima parte degli immigrati rispetta le nostre leggi, lavora onestamente e con impegno, contribuisce al nostro benessere e contribuisce anche al nostro sistema previdenziale, versando alle casse dello Stato più di quanto ne riceva. Quegli immigrati che, invece, commettono reati devono essere fermati e puniti, come del resto avviene per gli italiani che delinquono. Quelli che sono pericolosi vanno espulsi”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che nel messaggio di fine anno ha invocato rispetto ai migranti “accoglienza ma anche rigore”.

“Le comunità straniere in Italia – ha detto ancora Mattarella- sono chiamate a collaborare con le istituzioni contro i predicatori di odio e contro quelli che praticano violenza”. Così’ come “chi è in Italia deve rispettare le leggi e la cultura del nostro Paese e deve essere aiutato ad apprendere la nostra lingua, che è un veicolo decisivo di integrazione”. Perchè “bisogna lavorare per abbattere, da una parte e dall’altra, pregiudizi e diffidenze, prima che divengano recinti o muri, dietro i quali potrebbero nascere emarginazione e risentimenti.

“Molte comunità straniere – ha ricordato- si sono insediate regolarmente nel nostro territorio, generalmente bene accolte dagli italiani. Tanto che affidiamo spesso a lavoratrici e a lavoratori stranieri quel che abbiamo di più caro: i nostri bambini, i nostri anziani, le nostre case. Sperimentiamo, giorno per giorno, sui banchi di scuola, al mercato, sui luoghi di lavoro, esperienze positive di integrazione con cittadini di altri Paesi, di altre culture e di altre fedi religiose. Il 70 per cento dei bambini stranieri in Italia, lo dice l’Istat, ha come migliore amico un coetaneo italiano”. (segue)