Renzi si impegna:nel 2016 unioni civili ma resta nodo adozioni gay

La legge ora si fa. Stepchild adoption era proposta Leopolda 2012: per me è ok ma divide

DIC 29, 2015 -

Roma, 29 dic. (askanews) – Matteo Renzi assicura il suo impegno (con “la stessa energia” delle altre riforme) per l’approvazione della legge sulle Unioni Civili, dice “no” allo stralcio della stepchild adoption ma proprio questo resta il nodo che sembra impedire un accordo con gli alleati centristi di Ap.

Nella conferenza stampa di fine anno, il premier è stato per due volte sollecitato dai giornalisti a parlare delle Unioni Civili, uno dei temi su cui si mostrano con maggiore nettezza le differenze all’interno della maggioranza e dello stesso Pd.”Credo – ha sottolineato il premier, annunciando anche che il governo non porrà la fiducia sul provvedimento – che questo tema vada depurato da tensioni di natura politica stretta. Anche dentro il Pd ci sono molte divisioni su questo tema, anche dentro Forza Italia: è un tema che divide, io dico che dobbiamo portarlo a casa, il 2016 non può che essere l’anno chiave. Da segretario del Pd farò di tutto perché il dibattito che si apre al Senato sia il più serio e franco possibile”.

A creare particolare frizione con gli alleati di Area popolare è la questione della stepchild adoption. Nei giorni scorsi, su vari organi di stampa, era stato ipotizzato uno stralcio di questa norma, per superare l’impasse. Renzi, stamani, ha detto no allo stralcio, ma ammesso le difficoltà nella maggioranza.”Personalmente – ha detto Renzi – nasce come proposta alla Leopolda 2012, l’abbiamo appoggiata allora. Ovviamente su questo e su altro ci sono opinioni diverse”. Sulla legge sulle Unioni Civili, ha aggiunto, “non c’è unanimità di consensi ma c’è la grande occasione di una discussione seria senza steccati ideologici. La legge ci vuole e va fatta nel 2016, mi auguro che la discussione sia rapida, si è già parlato abbastanza, e i tempi di realizzazione stretti”.

Parole che, in alcun modo, hanno fatto diminuire la distanza tra i gruppi. Il senatore Dem Sergio Lo Giudice commenta soddisfatto che “il Pd sosterrà il suo disegno di legge sulle unioni civili anche nella parte che consente ai bambini che vivono in famiglie omogenitoriali la certezza delle loro relazioni familiari. Ora si può andare verso l’approvazione del ddl a fine gennaio ed entrare finalmente nell’Europa dei diritti civili”. Dai centristi, però, arriva un netto stop: “Per quanto ci riguarda riteniamo lo stralcio della stepchild adoption un passaggio importante e necessario ai fini del varo di una normativa condivisa dall’attuale maggioranza che sostiene il governo”, afferma Renato Schifani, capogruppo di Ap al Senato. “Sono d’accordo – gli fa eco il “collega” della Camera Maurizio Lupi – con il presidente del Consiglio, nel 2016 dobbiamo portare a casa le unioni civili.Unioni civili non è sinonimo di ddl Cirinnà, è un testo che, proprio nella distinzione tra unioni omosessuali e famiglia e nella concessione della stepchild adoption va profondamente rivisto”.

Parole che rendono difficili margini di trattativa e che consentono alla sinistra di tendere la mano al Pd per approvare la legge senza Area popolare: “Mi auguro – dice il capogruppo di Sinistra italiana a Montecitorio Arturo Scotto – non siano vere le indiscrezioni sulla possibile cancellazione della stepchild adoption dalla legge sulle unioni civili. Se fosse così avrebbe vinto il fronte clericale e Renzi si sarebbe piegato per l’ennesima volta ai diktat di Alfano e Formigoni pur di mantenere in vita l’esecutivo. Per votare una legge che sui diritti civili ci rimetta in linea con il resto d’Europa una maggioranza in Parlamento c’è. Basta solo deciderlo”.