Fucksia contro M5s: scuse ridicole, Giarrusso vuole cacciarmi

Era dissidente e ora fa il talebano. Grillo? Non l'ho sentito, lo farò con calma

DIC 28, 2015 -

Roma, 28 dic. (askanews) – Serenella Fucksia non ci sta e replica a muso duro all’avvio, sul blog di Beppe Grillo, della procedura per la sua espulsione dal Movimento 5 stelle. “La rendicontazione è una scusa ridicola”, scrive la senatrice, medico del lavoro, marchigiana di Fabriano, sul suo profilo Facebook a proposito dell’accusa che le è stata rivolta, quella di non aver restituito parte delle sue indennità rendicontando i soldi spesi come da regole M5S. “Avevo detto e tutti sapevano – aggiunge – che avrei finito la rendicontazione entro oggi, massimo domani, qualora ci fossero stati problemi tecnici ed avessi avuto bisogno di aiuto.Tanta fretta, per giocarsi in modo becero questa carta. In molti hanno finito di rendicontare questi giorni, veramente qualche giorno in più fa tanta differenza? Allora chiedetevi qual è il vero motivo? E soprattutto chi è il baro?”.

Raggiunta telefonicamente, Fucksia parla più chiaramente: “E’ vero, mi è arrivato un sollecito che mi chiedeva di finire entro cinque giorni, un sollecito che io non ho visto neanche subito, ma c’è stata anche la mia risposta. Avevo detto che avrei concluso in questi giorni, del resto in tanti hanno rendicontato proprio a dicembre. Il capogruppo lo sapeva, cosa ci sta a fare?Al capogruppo ha fatto comodo questa espulsione, chiediamoci perché. Il capogruppo – accusa la parlamentare – mi ha fatto del mobbing esplicito, con mail di minacce che posso documentare.Ieri sera Rocco Casalino mi ha telefonato e mi ha chiesto a che punto fossi con la rendicontazione, mi ha detto che Giarrusso si stava già muovendo per la mia espulsione”.

Non fa sconti al presidente pro-tempore dei senatori M5S: “Lui era uno dei dissidenti più dissidenti dei dissidenti, aveva votato Grasso ed è venuto in assemblea all’inizio della legislatura con l’idea dell’alleanza con Crocetta in Sicilia, ha i suoi giretti… Ma ha avuto una conversione a Milano, ha visto un po di telecamere e da dissidente è diventato gendarme, e adesso fa il talebano…”.

Ma oltre al capogruppo pro-tempore del Senato, dietro il provvedimento, che sarà ratificato dal voto degli iscritti, a giudizio di Fucksia, è la natura stessa della comunità del M5S ad essere chiamata in causa: “Qualcosa è sfuggito di mano anche a chi ci credeva, in buona fede. E’ sfuggita la miseria, il fattore umano, fatto di gelosie, prepotenze, di poltronisti più poltronisti di altri, fra noi che siamo contro i poltronisti…Troppo spesso ci sono stati dissidi interni messi a tacere, è più conveniente azzerbinarsi, qualcuno – tipo me – questo non l’ha mai accettato. Ho sempre pensato che ogni espulsione fosse una perdita per il movimento”.

Cosa farà ora la senatrice se, come è quanto meno probabile, il voto on line certificherà la sua espulsione dal movimento? Lei che aveva pubblicamente reso omaggio, pochi giorni fa, alla ministra Maria Elena Boschi sfiduciata proprio dal M5S, resterà all’opposizione o si avvicinerà alla maggioranza? “Farò – risponde attorcigliandosi un po nel politichese – quello che ho fatto sempre, magari in modo più libero, meno ostacolato. Dov’è la maggioranza e dov’è l’opposizione? La maggioranza in Parlamento è quella degli scontenti che non si trova rappresentata dal partito a cui appartiene. Vediamo come va, prima devo fare chiarezza, voglio vedere Grillo e Casaleggio cosa mi diranno”.

“Oggi non ho chiamato Grillo, con calma, ci sarà occasione”, conclude Fucksia, in passato, dicono al M5s, protetta proprio dal suo rapporto di amicizia con il “capo politico” e fondatore del movimento.