Brunetta annuncia la mozione anti-Boschi. Ma è maretta in Fi

Partito diviso. Quando il capogruppo diceva: strumento sbagliato

DIC 14, 2015 -

Roma, 14 dic. (askanews) – Ormai è uno schema che si ripete: si annuncia un’iniziativa, il partito si divide, partono i fuochi incrociati, si attende una parola definitiva di Berlusconi. Ed è quello che dentro Forza Italia sta succedendo anche in queste ore sul nodo della mozione di sfiducia individuale su Maria Elena Boschi.

Appena ieri, il capogruppo alla Camera Renato Brunetta aveva annunciato che gli azzurri erano intenzionati a procedere su questa strada sulla scia degli altri partiti di opposizione, compresa la Lega di Matteo Salvini. “Saranno le Camere, democraticamente e di fronte al Paese, a stabilire – spiegava l’ex ministro berlusconiano nella sua nota – se un ministro della Repubblica può avere conflitti d’interesse così rilevanti e continuare ad occupare tranquillamente la sua poltrona nell’esecutivo”.

Se, però, oggi il M5s è passato dalle parole ai fatti con tanto di conferenza stampa per l’annuncio, dentro Forza Italia ancora nulla è stato messo nero su bianco. “Non abbiamo ancora i numeri, ora siamo impegnati sulla legge di stabilità”, spiegano dallo staff di Brunetta. Eppure, sotto, ci sarebbe qualcos’altro. E, tanto per cambiare, avrebbe a che fare con la guerra di fazioni ormai endemica in Forza Italia. In molti, infatti, non sarebbero d’accordo con questa strategia.

L’unico a dichiararlo pubblicamente è il senatore Altero Matteoli, simbolo della vecchia guardia. “Di solito – sottolinea – le mozioni di sfiducia individuali contro i ministri hanno finito per rafforzarli. Anche nel caso di Maria Elena Boschi sarà così. Mi sembra abbastanza scontato e quindi auspico da parte di Forza Italia un attimo di riflessione prima di condividere questa mozione”. Non sarebbe tuttavia l’unico a pensarla così. Qualche deputato si sarebbe anche rivolto a Brunetta per chiedere lumi e si sarebbe sentito rispondere: “è una strategia concordata con il presidente”.

Eppure – fanno notare alcuni parlamentari azzurri – non troppo tempo fa era stato lo stesso capogruppo della Camera a mostrare le sue perplessità sull’uso della mozione di sfiducia individuale. Era il novembre dello scorso anno e in quel caso l’aula era chiamata a esprimersi su Angelino Alfano. E in quell’occasione così parlò Brunetta: “Non abbiamo mai creduto allo strumento della mozione di sfiducia individuale, nemmeno alla sua piena costituzionalità”.

Il punto è che dentro Forza Italia, ormai, non c’è nulla che non sia un pretesto per dividersi: c’è il cerchio magico, la vecchia guardia, gli emergenti che cercano di portare avanti una battaglia interna ma anche chi tenta solo di mantenere la propria posizione. A queste categorie si aggiungono e sovrappongono anche le differenti strategie verso l’esterno: chi guarda alla Lega, chi vorrebbe ripristinare il patto del Nazareno e chi, invece, spera di riunire i moderati rimettendo insieme anche i cocci con Ncd.