Renzi difende dl salva-banche e rilancia: ok commissione inchiesta

"Responsabili Ue e errori passato". Arriva ristoro obbligazionisti

DIC 10, 2015 -

Roma, 10 dic. (askanews) – Difendere il decreto salva banche, che “ha salvato i correntisti e migliaia di posti di lavoro” nelle quattro banche interessate, e al tempo stesso rilanciare, per non lasciare al MoVimento Cinque Stelle e alle altre opposizioni la bandiera della tutela dei piccoli risparmiatori. Matteo Renzi, nel giorno delle polemiche per il drammatico suicidio di un pensionato che ha perso tutti i suoi risparmi perché obbligazionista subordinato della Banca dell’Etruria, reagisce al suo modo: non solo difesa, ma soprattutto contrattacco. E allora conferma che è in arrivo un provvedimento di solidarietà per gli obbligazionisti, ma dà il suo via libera alla commissione d’inchiesta parlamentare sul sistema bancario italiano. Invito prontamente concretizzatosi in un documento dei senatori Pd, che potrà portare in termini brevissimi all’istituzione dell’inchiesta parlamentare.

Durante la presentazione di un’iniziativa umanitaria di Enel in Siria, il premier chiede ai giornalisti domande a tema, ma quando arriva quella sul suicidio del pensionato, non si tira indietro. Il primo punto è che “le morti non si strumentalizzano”, e poi il premier prova a sfilare il suo governo da quella che nel Pd considerano un’insidia davvero pericolosa. Per l’impatto sull’opinione pubblica e per il ruolo del padre di Maria Elena Boschi nella Banca dell’Etruria, di cui è stato vice presidente per gli 8 mesi precedenti il commissariamento. E allora i responsabili sono da un lato la Ue, che “ha scritto le norme attuali” sul salvataggio delle banche che – spiega il premier – non lasciano la possibilità di salvare azionisti e obbligazionisti subordinati delle banche fallite. E poi i governi italiani che negli anni scorsi, quando le regole Ue ancora lo consentivano, non ritennero di procedere come altri governi europei, a partire da quello tedesco che salvò gli istituti federali “con 270 miliardi di euro”.

Poi il premier spiega che nel quadro normativo attuale “abbiamo fatto il possibile”, e si farà ancora di più quando – sembra domani mattina – quell’intervento “umanitario” evocato dal ministro Padoan per gli obbligazionisti dovrebbe essere tradotto in un emendamento alla legge di Stabilità che appunto dia un po’ di “ristoro” alle fasce deboli coinvolte nei crack bancari.

Ma soprattutto Renzi scarica sul passato le responsabilità di quanto accaduto, dando il via libera alla commissione d’inchiesta, che avrà il compito – si legge nella proposta Pd – di verificare responsabilità degli organi di controllo e degli amministratori delle banche, e di evitare il ripetersi di simili episodi anche agendo sulla legislazione vigente. Un possibile vaso di Pandora, uno strumento che potrebbe coinvolgere addirittura la Banca d’Italia, ma che Renzi – pur assicurando che il sistema bancario italiano “è più solido di quello tedesco” – non esita a mettere in campo pur di marcare la sua distanza da quelli che appunto ritiene errori del passato.

Una strategia che diventa palese quando a parlare è la stessa Boschi, che da un lato difende il padre (“E’ una persona per bene”), dall’altro nega “favoritismi” del governo alle banche. Per poi dire chiaramente: “I governi precedenti non sono intervenuti, anche se c’erano elementi di fragilità del nostro sistema bancario… Non è una situazione che nasce in un giorno o qualche mese ma negli anni”.