De Siervo: su Consulta sistema politico un po’ irresponsabile

"Prevale la lotta politica. Le candidature vanno studiate meglio"

DIC 4, 2015 -

Roma, 4 dic. (askanews) – “Vicende del genere purtroppo sono ricorrenti. Negli ultimi 30 anni, che io ricordi, è già successo in almeno tre occasioni un ritardo da parte del Parlamento. Ma questo succede perché il nostro sistema politico è un po irresponsabile, è un sistema in cui le esigenze della lotta politica prevalgono sulle esigenze generali”. Lo ha detto il presidente emerito della Corte costituzionale, Ugo De Siervo, ai microfoni del Gr1 Rai, commentando l’impasse in Parlamento per l’elezione di tre giudici della Consulta.

“Poi – ha proseguito – forse le candidature vanno studiate con un po più di partecipazione generale. Se il quorum richiesto è del 60%, le forze politiche devono pensare per tempo a profili personali e culturali più accettabili, magari evitando politici a breve termine o persone che vogliono semplicemente soddisfare le loro pur legittime ambizioni”.

“Chi è un parlamentare in carica – ha spiegato De Siervo – forse ha qualche difficoltà a entrare nei meccanismi della Corte. Ci vorrebbe un minimo di distacco tra ruoli di deputato o senatore e giudice costituzionale. E ci vorrebbe anche più attenzione all’età dei candidati. Ricordo che la durata della carica è di 9 anni, dunque è richiesta lucidità di giudizio per tutto il mandato, lucidità che le persone più avanti con gli anni magari non possono garantire”.

“La Corte costituzionale – ha ricordato ancora de Siervo – è fatta da 15 giudici. Il numero legale per la partecipazione alle sedute è di 11. Il che significa che in assenza dei tre giudici di nomina parlamentare, basta che due componenti si ammalino e la Corte non può lavorare né deliberare”.

“Altra cosa – ha osservato il presidente emerito – il ritardo del Parlamento crea una distorsione nella composizione della Corte, perché diventano prevalenti i giudici nominati dalle alte magistrature e dal presidente della Repubblica, dunque viene a mancare la sensibilità politica della Corte richiesta dalla Costituzione. E infine, la Corte lavora tanto, anche se non lo dice. Il fatto che non sia al completo comporta un carico di lavoro non indifferente per i giudici”.

“Sulla costituzionalità non mi pronuncio, come ex giudice non mi piace dare consigli ai giudici in carica. In ogni caso, non darei così per scontato che l’Italicum venga giudicato dalla Corte. Succederà se i giudici ordinari solleveranno la questione, ma finora non l’hanno fatto”, ha sottolineato inoltre il presidente emerito della Corte costituzionale, commentando l’ipotesi secondo cui dietro l’impasse per l’elezione dei tre giudici ci sia il tentativo da parte della maggioranza di blindare l’Italicum nominando giudici favorevoli in partenza alla nuova legge elettorale.

“E comunque, alla fine, il Parlamento deve fare buone leggi, non certo selezionare giudici solo per non far giudicare le leggi che produce”, ha concluso De Siervo.