Di Maio: mai in guerra, subito blocco a emiri coinvolti con Daesh

In atto non guerra di civiltà ma per interessi economici

NOV 30, 2015 -

Roma, 30 nov. (askanews) – “Ci accusano di non essere preparati sulla politica estera, ma nell’ultimo anno e mezzo le proposte sul rafforzamento dell’intelligence, sulla tracciabilità dei passeggeri dei voli aerei e contro la vendita di armi le abbiamo presentate noi del Movimento, e solo noi. Ora tutti sostengono queste posizioni. Certi analisti dovrebbero studiarsi meglio i dati…”. Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, membro del Direttorio dei Cinque Stelle, racconta in una intervista al ‘Fatto Quotidiano’ la linea del M5S sulla crisi siriana.

“Innanzitutto – sostiene – è necessario far capire che quella in atto non è una guerra tra civiltà, ma un conflitto per interessi economici. Il Daesh, lo Stato islamico, è cresciuto attorno ai pozzi di petrolio e guadagna 2 miliardi di dollari all’anno con il contrabbando. Per rassicurare i cittadini bisogna mostrare loro che stiamo facendo il vuoto attorno ai terroristi, togliendogli le risorse. Dobbiamo affamare l’Isis”.

Secondo Di Maio “serve una moratoria sulla vendita di armi ai Paesi che finanziano l’Isis, come l’Arabia Saudita e tutte le monarchie sunnite. L’Italia vende loro armamenti e bombe, e gran parte di questi affari sono gestiti da Finmeccanica”.

Se domani il governo chiedesse al M5S il consenso a un intervento militare in Siria, cosa rispondereste? “Se dovesse accadere – risponde – porteremo in aula le foto dei danni degli interventi militari in Afghanistan e in Libia. Renzi si sta tenendo cauto sul tema proprio perché sa che l’opinione pubblica conosce gli effetti delle guerre. L’Italia sta ancora pagando l’intervento in Libia con l’immigrazione clandestina e con la delinquenza che la sfrutta”.