Boldrini: lavoro è arma antiviolenza, ma Jobs act non aiuta donne

"Da crisi economica si esce rilanciando l'occupazione femminile"

NOV 24, 2015 -

Roma, 24 nov. (askanews) – “Dalla crisi economica non si esce, se non rilanciando l’occupazione femminile”. Ne è convinta la presidente della Camera, Laura Boldrini, che, alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne, in un’intervista al “Corriere della Sera” punta l’attenzione sull’articolo 3 della Costituzione, declinandolo al femminile: “Compito della Repubblica è rimuovere gli ostacoli che limitano dignità, libertà e uguaglianza della donna, impedendole di trovare il suo posto nella società”.

“Il Fmi dice che, se non rilanciamo l’occupazione femminile, l’Italia perde potenzialmente 15 punti di Pil. Una donna che lavora è più libera dalle violenze domestiche, perché indipendente economicamente e rispettata socialmente. In Italia solo il 46,8% delle donne lavora ed è una delle percentuali più basse in Europa, un grave svantaggio per il Paese. Vogliamo continuare a penalizzarle, o dar loro un ruolo sociale? Serve, tra le altre cose, una più equa distribuzione degli oneri familiari e quindi anche un congedo parentale più equilibrato tra i genitori”, aggiunge la Boldrini.

“La legge attuale – prosegue – concede agli uomini un congedo irrisorio e per di più sono pochissimi quelli che se ne avvalgono. Mi fa tristezza quando un uomo si vanta di aver preso un solo giorno di congedo per la nascita del figlio. Condividere le responsabilità fa bene al bambino, ai genitori e fa evolvere la società”. Ecco perché “servono più servizi per l’infanzia e per gli anziani. Lo Stato non può pensare che le carenze del welfare si risolvano gravando sulle donne”.

“Tante giovani continuano a essere penalizzate ed è sempre più difficile per loro andare a vivere da sole e programmare un figlio. Temo che per molte il Jobs act – puntualizza la Boldrini – non abbia sbloccato la situazione. Una donna su quattro lascia il lavoro quando resta incinta. È un dato allarmante. Bisogna anche aumentare incentivi e sgravi fiscali per chi assume le donne. C’è un enorme capitale umano femminile che viene trascurato, ma la ripresa economica passa da qui”.