Italia frena su reazione militare, Renzi: “Evitiamo Libia-bis”

Il premier: siamo in prima linea, ma serve una strategia

NOV 17, 2015 -

Roma, 17 nov. (askanews) – La chiamata alle armi di Francois Hollande non convince l’Italia, per Matteo Renzi non si può escludere nessuna opzione, nemmeno quella militare, ma bisogna procedere con “una strategia” comune di tutta la comunità internazionale, facendo ben attenzione ad evitare una “Libia-bis”. Una linea che era già apparsa chiara nei giorni scorsi e che è stata spiegata pubblicamente proprio da Renzi, durante la presentazione del settimanale ‘Origami’ pubblicato dalla Stampa.

“Certo che ci vuole anche una reazione – ha concesso Renzi – è sacrosanto e comprensibile, e devi mettere in conto tutti i tipi di intervento”. Ma il premier ha poi spiegato il suo vero timore: “Per sconfiggere il terrorismo non può bastare la reazione, dopo la reazione c’è bisogno di una strategia. Le reazioni da sole producono la Libia-bis”. E poi: “Qualcuno dice che noi siamo stati prudenti: noi non siamo prudenti, siamo determinati contro il terrore, ma sappiamo che le reazioni producono le Libie-bis”.

La priorità per l’Italia, ha aggiunto il premier, è lavorare sul fronte diplomatico: “Il nostro ruolo è quello, innanzitutto, di portare la comunità internazionale ad essere unita”. Si tratta di fare da ponte tra Washington e Mosca, “la nostra stella polare è il rapporto con gli Stati uniti”, ma è necessario anche “includere la Russia”, cosa che ovviamente non significa “appaltare alla Russia la risoluzione delle questioni internazionali come una parte della politica da bar sport vorrebbe. Una cosa è dire: li coinvolgiamo. Altra cosa è dire: pensateci voi”.

E la cautela italiana rispetto all’opzione militare è confermata anche dal ministro Roberta Pinotti: “Escludo un intervento in Siria, mentre ci sarà, invece un rafforzamento della nostra missione in Iraq, che è già previsto dal decreto in discussione al Parlamento: porteremo il contingente da 500 a 750 militari. Sul piano militare l’Italia fa già molto, perchè siamo tra i primi contingenti in Iraq per la lotta all’Isis”.

Renzi ha poi parlato del rischio terrorismo in Italia: “Nessuno di noi può prendersi il lusso di dire ‘non c’è problema. L’Italia è un paese che sta nel mondo come tutti gli altri, il terrorismo colpisce ovunque, ha colpito persino in Australia. Stiamo facendo tutto quello che dobbiamo fare, più di quello che è necessario…”.