A Malta Ue cerca strategia migranti, Renzi: cooperare con Africa

Pronto fondo europeo per lo sviluppo, ma resta nodo rimpatri

NOV 11, 2015 -

Malta, 11 nov. (askanews) – Spostare i riflettori dall’effetto, lo sbarco di centinaia di migliaia di immigrati sulle coste europee, alla causa, ovvero le condizioni del continente africano. E’ la strategia che l’Europa prova a mettere in campo con il vertice sull’immigrazione iniziato oggi a La Valletta.Strategia che il premier Matteo Renzi rivendica di aver sostenuto e perorato fin dal suo insediamento e che nella due giorni maltese potrebbe trovare un primo risultato concreto: “L’Africa è al centro della strategia italiana – ha spiegato il capo del governo – e sono convinto che il continente africano sia pronto ad accettare la sfida del futuro”. Serve dunque “uno sguardo nuovo” della Ue verso l’Africa, e serve che “l’Africa rispetti le regole che ci diamo”. Oltre a più soldi per la cooperazione.

Sono oltre 60 i leader europei e africani riuniti nella fortezza di Sant’Elmo, imponente bastione medievale che domina il porto de La Valletta. A loro, il compito di mettere in campo concretamente il “Trust Fund”, il fondo di garanzia che la Ue vuole destinare allo sviluppo del continente africano. Come spiegato anche dal presidente francese Francois Hollande, “senza investimenti in Africa, i flussi migratori continueranno”. Ma tra le parole dei leader e i fatti, la distanza è ancora molta. Nelle intenzioni, il Fondo dovrebbe contare su 3,6 miliardi: 1,8 dalla Commissione Europea, l’altra metà direttamente dagli Stati membri. Ma in realtà al momento i fondi messi a disposizione dai Paesi sono solo un centinaio di milioni di euro, di cui 10 dalla sola Italia e 15 dai Paesi Bassi. Si vedrà se il vertice produrrà uno sforzo maggiore. Anche se si attende un passo anche dai Paesi africani, in particolare sugli accordi per i rimpatri dei migranti economici. Passaggio fondamentale per la Ue, con gli interlocutori africani che chiedono però l’apertura di canali stabili per l’immigrazione legale. Tutte questioni che l’europa vorrebbe affrontare aprendo centri di identificazione, gli hotspot, direttamente in Africa.

Un quadro che vede la necessità di “una forte azione politica”, come sottolineato da Renzi nella lettera inviata al quotidiano della Cei “Avvenire”, prima di una serie di uscite pubbliche sul tema (seguiranno un’intervista a “Die Welt” e la sua e-news). L’impegno dell’Italia c’è, rivendica il premier, che chiede però un’altrettanto decisa iniziativa dai partner europei per “intervenire nei Paesi di origine perché si creino condizioni adatte alla crescita culturale, lavorativa ed economica di ogni potenziale migrante”.

Il premier rivendica l’aumento dei fondi per la cooperazione internazionale deciso in Legge di Stabilità, ricorda gli investimenti e i progetti italiani in diversi Paesi africani, e i suoi viaggi nell’Africa sub-sahariana, passati e futuri. Perché, aggiunge con una stoccata ai leghisti, “è inutile dire ‘aiutiamoli a casa loro’, se poi non aumentiamo i fondi per la cooperazione, non investiamo di più in Africa e non creiamo rapporti istituzionali e diplomatici più forti”.

Il vertice di Malta rappresenta dunque “la grande occasione” dell’Italia “per ritagliarsi e ritrovare il proprio ruolo nel Mediterraneo”. Ma è occasione “anche per l’Europa”, per “ritrovare l’anima persa sotto pile di polverose scartoffie”, sferza il premier, nel giorno in cui anche la Slovenia ha srotolato il filo spinato alle sue frontiere (“Ma i muri ci intrappolano) e in cui altri 14 migranti, tra cui 7 bambini, hanno perso la vita in un naufragio al largo della Turchia.