Pace con Merkel e gelo con Alfano, al Ppe Cav si riprende scena

Leader Fi a Madrid non parla da palco, apre su manifestazione Lega

OTT 22, 2015 -

Madrid, 22 ott. (askanews) – Silvio Berlusconi arriva al congresso di Madrid del Ppe, non prende la parola dal palco, ma riesce comunque a conquistare una bella fetta della scena. L’ex premier italiano, dopo la forzata assenza dalla scena politica europea (l’ultima volta era stata nel 2013) per la condanna nel processo Mediaset, aveva un obiettivo: essere riaccolto dai leader della famiglia popolare. E sembra averlo centrato, o almeno aver fatto un passo avanti in questa direzione.

Arrivato al congresso stamani intorno alle 11.30, ha incontrato il presidente del Ppe Joseph Daul e a lui ha comunicato la sua decisione di non parlare all’assemblea, anche se il suo intervento era previsto nella sessione pomeridiana, quella principale, riservata ai capi di governo, attuali o passati. “Ti ringrazio per l’opportunità ma non me la sento – avrebbe detto a Daul -. Tornerò a parlare quando avrò riavuto la piena innocenza. Attendo con ansia e fiducia la decisione della Corte di Strasburgo”. Con i cronisti, a margine del congresso, è stato ancora più chiaro: “Contro di me c’e stato un processo politico e una sentenza politica. Voglio che sia chiaro a tutti. In Italia ormai questo è chiaro. E ora voglio che sia chiaro anche in Europa”. Probabilmente, in questo modo, Berlusconi ha voluto anche mandare un messaggio proprio alla Corte perché decida in tempi brevi sul ricorso contro la legge Severino.

Al di là dell’intervento, era però importante ottenere un riconoscimento, in primo luogo da Angela Merkel, dopo il “gelo” dei mesi scorsi. Berlusconi teneva molto a un faccia a faccia con la cancelliera, che c’è stato prima del pranzo. E che Berlusconi ha voluto iniziare con un chiarimento. All’avvio del bilaterale, riportano alcune fonti, ha espresso “dispiacere” per le frasi offensive nei suoi confronti riportate sulla stampa ma che, ha detto, “non ho mai pronunciato”. A questo punto, secondo le fonti, la Merkel avrebbe fatto un gesto con la mano sorridendo, per dire che la questione era chiusa. Con lei Berlusconi ha poi affrontato i problemi di politica estera, a partire dalla minaccia dell’Isis e dal fenomeno delle migrazioni.

Per il leader di Forza Italia “l’Europa deve puntare a darsi una unica politica estera e di difesa” e deve affrontare alla radice le “cause” delle migrazioni. “Deve essere per prima l’Europa – ha detto ai giornalisti – che affronta questi problemi, che chiede a Usa, Russia, Cina, altri stati arabi di mettere insieme una grande coalizione che possa estirpare l’Isis e chiudere le crisi in Siria a e Libia. Non è con i muri o con il fil di ferro che si risolve il problema, bisogna andare alla causa del fenomeno migratorio e mi sembra che questo in Europa non sia ancora chiaro. Questo mi sono permesso di dire alla cancelliera Merkel, al nostro presidente e ad altri”.

Nella sessione pomeridiana, Berlusconi (che ha visto anche il segretario generale del Ppe Lopez, il capogruppo Weber, il primo ministro ungherese Viktor Orbßn e salutato l’ex presidente della commissione Ue Barroso e l’ex presidente del Parlamento europeo Pöttering) è entrato in sala attorniato da giornalisti, fotografi e operatori, salutato dall’applauso dei delegati azzurri, e ha preso posto non lontano dall’ex presidente francese Nicolas Sarkozy (i due si sono praticamente ignorati, a conferma dei dissapori passati). Poi l’ex premier ha incontrato per circa mezz’ora il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, prima di ripartire per l’Italia. “Ho avuto una accoglienza ottima – ha detto soddisfatto -, tutti quelli che mi conoscono mi hanno fatto grandi felicitazioni, qui sono tutti contenti di rivedermi”.

Prima di partire, Berlusconi non ha però perso l’occasione, conversando con i cronisti, di parlare della politica italiana, in particolare del rapporto con la Lega Nord, a cui ha mandato ampi segnali di avvicinamento, a partire dalla volontà di partecipare alla manifestazione del Carroccio dell’8 novembre.”Vado probabilmente, sono stato invitato e per ora ho detto che va bene, che posso andare”, ha spiegato, assicurando poi che per il Ppe non sarebbe un problema un’alleanza di Forza Italia con Salvini: “Con gli altri leader abbiamo parlato anche della situazione italiana. Noi siamo sempre stati alleati con la Lega dal 2001 in poi e non ci sono mai stati problemi nei confronti dell’Europa, perché abbiamo sempre fatto con la Lega un accordo che ci ha consentito di essere in Europa in modo convinto”.

Distanza profonda, invece, con Angelino Alfano, leader di Ncd, presente al congresso e al pranzo dei leader. Ma i due non si sono sfiorati. “No, non ho parlato con Alfano, non c’è stata l’occasione, eravamo lontani, non eravamo dalla stessa parte del tavolo”, ha detto il leader azzurro, aggiungendo poi che nel Ppe non c’è preoccupazione per una eventuale alleanza stabile di Ncd con il Pd: “No, è un problema così piccolo, qui non se ne occupano, nessuno mi ha citato il problema”. Parole secche, come per dire: in Italia il punto di riferimento del Ppe sono ancora io. Ma che Alfano respinge al mittente: “Bastava che Berlusconi ascoltasse le parole pubbliche del segretario Lopez per capire che la collocazione di Ncd non rappresenta un problema per il Ppe. Dai miei colloqui, è emersa una grande preoccupazione per l’alleanza di Berlusconi, e dunque di Forza Italia, con il rappresentante della Le Pen nel nostro Paese, cioè Salvini”.