Riforme, ok al nuovo Senato, Renzi: verso Italia più semplice

Opposizioni in ordine sparo. Grasso: io imparziale

OTT 13, 2015 -

Roma, 13 ott. (askanews) – Supera anche il terzo passaggio al Senato il ddl Boschi per il superamento del bicameralismo. I voti della maggioranza sono solidi: 179 a favore, 16 no e sette astenuti, con le opposizioni che vanno in ordine sparso: Sel e parte di Fi restano in Aula senza votare, M5S e Lega che invece abbandonano l’emiciclo. Il premier Matteo Renzi commenta in tempo reale su Twitter l’esito della votazione: “Grazie a chi continua a inseguire il sogno di un’Italia più semplice e più forte: le riforme servono a questo”. E la Boschi si mostra sicura dell’esito del referendum: “Gli italiani sapranno scegliere tra un’Italia più semplice e chi vuole restare ancora al passato”.

Conti alla mano il Pd segnala con soddisfazione che Forza Italia non è più determinanente da quando ha perso i 13 senatori del gruppo dei verdiniani. Nella prima lettura infatti i sì erano stati 183 grazie al contributo azzurro, oggi sono stati 179 senza di loro. E per di più nonostante la riunione con Berlusconi per serrare le fila oggi due senatori azzurri, Bocca e Villari, hanno votato a favore in dissenso dal loro gruppo. “E’ difficile capire perché un anno fa hanno votato lo stesso ddl e oggi invece no”, sottolinea il ministro delle Riforme. La maggioranza è ampia, dunque, insiste il governo. I 179 sì sono superiori alla maggioranza assoluta di 161 voti anche con i mal di pancia centristi che sono stati piuttosto contenuti, solo tre senatori di Ap infatti non hanno votato con il loro gruppo e altri tre dissidenti del Pd, Mineo, Tocci e Casson, che non hanno fatto danni. Di fatto però da oggi c’è chi nel partito di Alfano pone un problema sul futuro del partito al governo, come Gaetano Quagliariello.

Sul voto finale è intervenuto anche l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per spiegare il suo voto a favore e per ricordare quanto dal Quirinale ha cercato invano di convincere le forze politiche a lavorare insieme per questa riforma. A suo giudizio il superamento del bicameralismo sarà utile al Paese: “L’alternativa sarebbe stata la paralisi, ora impegniamoci tutti per fare il nuovo Senato”, è stato il suo auspicio. Appalusi dal Pd, ma alcuni senatori M5s hanno lasciato polemicamente l’Aula.

Anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, ci ha tenuto a dire la sua dopo giorni di battaglia parlamentare, che lo hanno visto finire nell’occhio del ciclone delle polemiche: “Alcuni mi hanno accusato di essere schierato con la maggioranza, altri di essere ‘il leader delle opposizioni’ – ha detto la seconda carica dello Stato -. In coscienza posso dire che in un clima così infuocato ho fatto di tutto per rimanere imparziale senza lasciarmi condizionare dalle ragioni degli uni o degli altri. Non è mio compito entrare nel merito… Una volta terminato l’iter parlamentare, saranno i cittadini a decidere, attraverso il referendum, se questa sia o meno una buona riforma della nostra Costituzione”.

Il ddl Boschi proseguirà ora il suo iter con un nuovo passaggio alla Camera, dove dovranno essere confermate le modifiche introdotte a Palazzo Madama, a cominciare dalla nuova forma di elettività per i futuri senatori-consiglieri. Quindi dopo una pausa di tre mesi, come prevede la Costituzione, entrambe le Camere dovranno nuovamente votare il ddl e solo allora si potrà procedere con il referendum confermativo, presumibilmente nell’autunno del 2016.