Anche Napolitano riapre dossier Italicum, Renzi per ora aspetta

Minoranza Pd: "Noi impugneremo la legge davanti alla Consulta"

OTT 13, 2015 -

Roma, 13 ott. (askanews) – Non solo Ncd, non solo Verdini, non solo la minoranza Pd, non solo Sel, non solo Forza Italia. Anche Giorgio Napolitano ora suggerisce di riflettere sull’opportunità di apportare qualche modifica all’Italicum. Un breve passaggio nel suo intervento in Senato, per dire che “dobbiamo dare attenzione a tutte le preoccupazioni espresse in queste settimane sulla legge elettorale e gli equilibri istituzionali”. Un endorsement a chi chiede un correttivo alla nuova legge elettorale, che l’ex Capo dello Stato sembra individuare nello schema dei ‘saggi’, ovvero il premio alla coalizione invece che alla lista. Oppure, è la richiesta ad esempio della minoranza Pd, la possibilità di apparentamento tra il primo e il secondo turno.

Per ora Matteo Renzi e i suoi più stretti collaboratori chiudono ogni possibilità, spiegano che non c’è ragione di modificare una legge votata solo pochi mesi fa. Ma in molti, anche nella maggioranza Pd, affacciano un altro ragionamento: “C’è ancora tempo, aspetterà che il quadro politico sia più definito a ridosso delle elezioni”. Del resto, l’Italicum dovrà comunque affrontare il vaglio della Consulta. La valutazione preventiva richiesta dalla minoranza Pd, e inserita nella riforma costituzionale, sarà richiesta alla Corte Costituzionale: “Abbiamo voluto questa clausola proprio per usarla. Se non sarà modificato, non appena la riforma costituzionale sarà in vigore presenteremo il ricorso”, spiega un parlamentare della minoranza Dem.

Anche su questo argomento per ora i renziani non fanno una piega: “Sapevamo che l’avrebbero usata, lo facciano. Noi restiamo convinti che la legge possa superare il vaglio della COnsulta”. Ma nella vasta maggioranza Dem c’è chi non crede ad una linea del Piave sull’Italicum, ricordando il passaggio del’intervista del premier a ‘Repubblica’ di 10 giorni fa: “Mi sembra assurdo e fuori tempo aprire un dibatito quattro mesi dopo l’approvazione e due anni e mezzo prima delle elezioni”, aveva risposto Renzi.

E dunque, è il ragionamento, “probabilmente prima di prendere una decisione in un senso o nell’altro Renzi aspetterà che le elezioni siano più vicine. E aspetterà anche di vedere l’esito delle amministrative di primavera: se al ballottaggio dovessimo verificare una saldatura tra i grillini e e il centrodestra contro il candidato Pd, potrebbe decidere di inserire qualche modifica”. Sapendo che il richiamo di Napolitano al lavoro dei ‘saggi’ faceva riferimento sì alle preoccupazioni sull’Italicum ma anche agli “equilibri istituzionali”. Ovvero, ricorda un esponente Pd, “anche al rafforzamento dei poteri del premier”.