Addio a Pietro Ingrao, “nonnino” e maestro della “politica bella”

Funerale in piazza Montecitorio tra bandiere rosse e militanti

SET 30, 2015 -

Roma, 30 set. (askanews) – “Ciao compagno Pietro”, “ciao mio dolce nonnino”: piazza Montecitorio ha dato l’ultimo saluto all’ex dirigente comunista ed ex presidente della Camera Pietro Ingrao con una cerimonia laica nella quale si sono alternati ricordi privati della famiglia e degli amici a interventi istituzionali. Immancabili le bandiere rosse, immancabile la musica amata (da “Bandiera rossa” a “Bella ciao” fino all’Internazionale) in una piazza che, pur non pienissima di gente, ha però raccolto tanti militanti, tanti sindacalisti, politici e una folta delegazione di operai, soprattutto quelli delle Acciaierie di Terni. Sono stati loro a donare il caschetto che, insieme alla sciarpa rossa di don Gallo, accompagnerà Ingrao nell’ultimo viaggio.

Sul palco d’onore il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i presidenti di Camera e Senato, il premier Matteo Renzi. E’ stata la presidente della Camera Laura Boldrini a voler ricordare il primo insegnamento di Ingrao: “La politica può essere una cosa bella, coinvolgente, fatta per il bene comune e non per il tornaconto personale”. “Anche questa – ha concluso – è una eredità che dobbiamo conservare e far vivere perché gli italiani chiedono una politica sempre più pulita, competente e al servizio del Paese”. E se la nipote Gemma ha sottolineato che “tutti lo amavano, non ho mai trovato nessuno che gli fosse ostile perché sapeva essere vicino alla sofferenza delle persone”, don Ciotti ha sottolineato che Ingrao “ha colto il senso politico più profondo del Vangelo laddove si parla di libertà e di uguaglianza”. “Pietro – ha ribadito don Ciotti – ha servito la politica invece di servirsene”.