Fi dimentica garantismo. In pochi “felici” per assoluzione Fitto

Commentano solo Romani e Gelmini. Solidarietà invece da Ncd

SET 29, 2015 -

Roma, 29 set. (askanews) – “Per fortuna che ci ha pensato Romani a salvare quel poco di dignità che ci resta”. Il deputato ha l’abitudine di parlare a voce molto alta e quando pronuncia questa frase, parlando con i colleghi in Transatlantico, è difficile non sentirlo. Non serve che dica altro per capire a cosa si riferisca: l’assoluzione di Raffaele Fitto dall’accusa di corruzione nel cosiddetto processo “La Fiorita”. E il silenzio generale con cui la notizia è stata accolta dagli ex colleghi di partito di Forza Italia.

Perché almeno fino a pomeriggio inoltrato, l’unico azzurro che si degni di commentare con soddisfazione la notizia è, appunto, il capogruppo in Senato. “Non avendo mai dubitato della sua onestà e dei suoi comportamenti assolutamente cristallini alla guida della Regione Puglia – afferma in una nota – siamo oggi felici per questa positiva conclusione di una vicenda che lo ripaga di anni di ingiuste accuse ed amarezze personali e politiche”. Ci pensa su svariate ore, poi si aggiunge anche Maria Stella Gelmini. “Da Raffaele mi dividono tante cose politicamente, ma sono davvero contenta – osserva – che gli sia stata resa giustizia”. Per il resto, zero. E questo nonostante il partito di Silvio Berlusconi abbia sempre avuto nel garantismo una delle sue bandiere.

Segno che, evidentemente, la rottura che ha portato Fitto all’addio dalla casa madre per fondare i Conservatori e Riformisti ha ancora sul piatto della bilancia un peso superiore. “Oggi, sicuramente, sono molto soddisfatto per la sentenza di assoluzione con formula piena ma al tempo stesso molto amareggiato”, dice il diretto interessato, riferendosi alla vicenda vissuta in questi dieci anni.

L’assoluzione peraltro raccoglie molti attestati di solidarietà non solo, come è ovvio, tra deputati e senatori del movimento da lui fondato. Un attestato di stima arriva anche da Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia. Ma è soprattutto da Ncd che si leva un coro di sostegno: parlano Quagliariello, Cicchitto, Sacconi. Ma più di tutti Angelino Alfano. “Caro Raffaele, la giustizia in cui confidavi e che auspicavamo, è finalmente arrivata”, gli ha detto in una telefonata.

E pensare che ai tempi della scissione di Ncd, l’attuale ministro dell’Interno e Fitto erano nemici giurati. In quell’epoca si era consumata una rottura politica ma forse ancora di più umana. Ma ora, evidentemente, i tempi sono cambiati. Non è solo la logica del “nemico del mio nemico è mio amico”, c’è anche della strategia politica, visto il feeling che, soprattutto al Nord, si sta creando sull’asse centristi-Fitto-Tosi.