Mattarella: Ue si svegli su migranti, batta paure e fili spinati

In Germania 11 capi di Stato a consulto: coesione e solidarietà valori per nuova Europa

SET 21, 2015 -

Fortezza di Wartburg, 21 set. (askanews) – Sergio Mattarella prova a dare l’ennesima sveglia all’Unione europea sul drammatico tema dei migranti, invitandola (sulla stessa linea degli interventi fatti a Cernobbio e in occasione della visita in Austria) a essere unita e a prendere “decisioni forti” su questo tema. Anche perché una Europa coesa, forte e determinata è in grado di “battere le paure” che attraversano i cittadini del vecchio continente. Paure che a volte si trasformano in fili spinati, muri che altro non sono che “soluzioni illusorie”.

Il capo dello Stato è intervenuto alla prima giornata dei lavori del Gruppo di Arraiolos, che ha raccolto nella fortezza di Wartburg in Germania, nella Turingia, undici capi di Stato non esecutivi dell’Ue per una riflessione generale sulla coesione in Europa. Da questo tema si è però facilmente scivolati, durante la riunione, sull’emergenza immigrati, che investe ormai tutti i paesi membri dell’Unione. E Mattarella ha colto l’occasione tedesca per sollecitare ancora una volta l’Unione europea a quella solidarietà che è alla base dell’Ue.

Mattarella ha spiegato che solo “superando” le incomprensioni tra i governi, e la conseguente sfiducia generata tra i cittadini, si può superare questo problema. Altrimenti, è il monito del capo dello Stato, “si rischia di incrinare quello spirito di solidarietà anche nel campo delle politiche dell’economia e della sicurezza europea”. Bisogna insomma “battere le paure” e “non pensare di affrontare i problemi di oggi con gli strumenti del passato”. Mattarella non ha dubbi, “servono scelte lungimiranti” che però “non è possibile prendere con la chiusura delle frontiere o con il filo spinato”. Il presidente, in riferimento evidente all’atteggiamento di alcuni paesi dell’Est, a partire dall’Ungheria, che in vario modo stanno ostacolando l’accoglienza attraverso quote dei migranti che arrivano in Europa, sostiene che i muri col filo spinato sono “soluzioni illusorie”. Il fenomeno migratorio, ha ribadito, può essere governato e regolato non dai singoli paesi ma dall’Unione nel suo insieme”. Servono insomma, ha detto rilanciando i cosiddetti hot spot, “azioni comuni su tutti gli aspetti: salvataggio, registrazione, accoglienza, eventuali rimpatri”.

Mattarella ha spiegato che “il mondo è marcio e moltitudini di uomini, donne e bambini si muovono verso l’Unione europea”. Ma, chiede il capo dello Stato, “sono davvero loro i nostri nemici oppure i nemici sono i problemi che rendono dura la loro esistenza?”. Mattarella ha quindi invitato i partner europei – in un’atmosfera che viene definita distesa con qualche accento di diversità arrivato dai Paesi Baltici – a ricordare che “l’Europa è il più grande spazio del mondo di libertà e di diritti”. Per questo, è la forte sollecitazione che arriva dal capo dello Stato, “i prossimi consigli europei sono chiamati a prendere decisioni forti”. Anche perché, sono state ancora le parole di Mattarella, “il grande pericolo che abbiamo di fronte, che minaccia la nostra cultura e la nostra sicurezza è il terrorismo fondamentalista e non i migranti”. E il terrorismo, ha rilevato, si batte non solo sul piano militare “ma anche su quello culturale dimostrando con l’esempio che la libertà e la democrazia sono superiori a odio e violenza”.

Prima dell’incontro, in un breve saluto ai partner europei arrivati in Germania, ha preso la parola il presidente tedesco Joachim Gauck (che poi ha avuto un breve colloquio a quattr’occhi con Mattarella) sostenendo che “per difendere le radici di libertà e democrazia è necessario avere un approccio comune sui rifugiati che continuano ad arrivare”. Molto concreto è stato anche l’intervento della presidente maltese Marie Louise Coleiro Preca (che ha partecipato all’incontro insieme a, oltre Italia e Germania, Austria, Finlandia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Slovenia e Bulgaria) che ha di fatto rimproverato l’Unione europea “per avere lasciato soli per anni Italia, Grecia e Malta nell’affrontare l’emergenza immigrati scoprendo solo ora che esiste il problema”.