Nubi su intesa Pd per riforme. Bersani frena, maggioranza: no veti

Boschi: i numeri ci sono ma cerchiamo un ampio consenso

SET 19, 2015 -

Roma, 19 set. (askanews) – Ieri appariva quasi a portata di mano, ora nuove nubi si addensano su una possibile intesa nel Pd per la riforma del Senato. Le nuove fibrillazioni sono legate alle parole dell’ex leader Pierluigi Bersani, il quale non solo ha ribadito che l’elettività dei senatori resta un punto fermo ma ha aperto anche un altro fronte: rivedere le proporzioni dei parlamentari di Senato e Camera. Parole alle quali la maggioranza del partito ha ribattuto seccamente: no ai veti dalla minoranza, hanno detto esplicitamente sia il ministro Boschi che il presidente del partito Orfini.

“Le ultime affermazioni di Bersani sono sinceramente incomprensibili e portano a una situazione di inutile divaricazione”, ha commentato la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani, secondo la quale “alzare continuamente la posta potrà essere una tattica accettabile a poker, ma sconcertante quando si parla di un tema serissimo come le riforme istituzionali. E’ stato dimostrato che la volontà di dialogare c’era e c’è, ma non può essere solo da una parte. Rompere l’intesa non ha senso e fino all’ultimo spero che Bersani non vorrà accollarsi il peso di questa responsabilità”.

“I veti non possono far parte di un accordo”, ha detto il renziano Andrea Marcucci. E Orfini ha assicurato: “La riforma verrà approvata al Senato perché i numeri ci sono, speriamo i falchi vengano isolati e prevalga il buonsenso che porti il Pd unito all’appuntamento. La minoranza non può fare diktat”.

“Siamo vicini a una soluzione – ha detto ancora Orfini – c’è bisogno di buon senso e non di radicalizzazione. Credo che chi ha avuto un ruolo importante nella direzione del partito sa quanto è importante l’unità e dovrebbe non chiedere che la posizione della minoranza diventi la posizione del Pd. Dovrebbe invece aiutarci a costruire una soluzione, che è vicinissima”.

“Abbiamo dimostrato nei giorni scorsi che” sulle riforme costituzionali “i numeri ci sono in modo ampio”, ma il lavoro va avanti perchè “è un bene per tutti cercare di trovare un consenso ampio”, aveva spiegato in mattinata il ministro Boschi. E il leader della minoranza Roberto Speranza aveva assicurato: “Ci auguriamo che nelle prossime ore si possa arrivare a un’intesa, che deve essere limpida, senza ombre e senza un compromesso al ribasso. Chiediamo l’elettività dei senatori”.

Poi, le parole di Bersani, una doccia fredda per la maggioranza dem che le ha interpretate come una decisa frenata. “Questa riforma Bersani l’ha votata così come è adesso. Se poi ora ha cambiato idea, ok. Ma l’impressione è che in realtà una parte della minoranza del Pd voglia rompere a prescindere”, ha commentato Roberto Giachetti, aggiungendo: “L’obiettivo non è più il listino o la doppia conforme, ma far saltare le riforme.Siamo ormai agli ultimatum della minoranza. Caro Matteo, te lo dico da un anno: con questi non farai mai la riforma. Ci porti a votare?”, ha concluso rivolgendosi a Renzi.

Un nuovo invito al confronto è arrivato dal ministro Martina: “Se si sta al merito del confronto aperto nel Pd si trova la soluzione per votare uniti la riforma del Senato. Senza veti, senza ritardi, senza tatticismi. Si è aperto uno spazio utile per volontà di tanti che non hanno mai smesso di ricercare il terreno giusto per ascoltarsi e agire insieme. Ora tutti devono fare un passo avanti. Non servono impuntature, la soluzione è alla portata”.