Mirabelli: ddl Cirinnà a rischio incostituzionalità

"Va riscritto, così lacera il Paese"

AGO 28, 2015 -

Roma, 28 ago. (askanews) – “La Corte Costituzionale ha fissato due pilastri. Uno: riconoscere giuridicamente le unioni civili e immaginare forme di garanzia che non vanno rinviate. Due: evitare la omologazione al matrimonio. E invece la legge pare fatta con la carta carbone sul matrimonio, un “copia e incolla””. Cesare Mirabelli, già presidente della Consulta, ragiona sul disegno di legge Cirinnà e in un’intervista ad Avvenire, avverte: “Ci sono troppe ambiguità. Ora occorre uno sforzo di riscrittura per costruire una legge originale che sia conforme alla nostra Costituzione e che risponda ai due pilastri fissati dalla Corte. Perché andare avanti senza correggere mette la legge davanti a un serio rischio di costituzionalità. Ma dietro quella possibile scelta si agita un pericolo ben peggiore: se il ddl non cambia introduce una profonda lacerazione in un’Italia che oggi ha un disperato bisogno di coesione”.

Mirabelli indica al Parlamento due possibili strade: “Riscrivere la legge potrebbe essere una strada. Penso a una riscrittura più ariosa, direi originale. La seconda via è intervenire emendando. Ma in maniera molto chiara su numerosi nodi essenziali”. Poi affronta il nodo adozioni e avverte: “Affrontare la questione nella legge Cirinnà potrebbe essere inappropriato e allora si potrebbe stralciare scegliendo di discuterne nella disciplina specifica dell’adozione e della tutela dei minori”.

L’ultimo messaggio è sull’idea di un referendum di indirizzo sui temi etici. Mirabelli apre: “È giusto arricchire gli strumenti della democrazia, facciamo tanto affidamento sui sondaggi… Cerchiamo di avere anche un popolo adulto, che possa dire la sua sulle grandi questioni che riguardano direttamente l’idea di società. Siamo in sede di riforma costituzionale e il referendum di indirizzo, altamente democratico, potrebbe essere inserito nella Costituzione: arricchirebbe gli strumenti di democrazia diretta”.