Calderoli: grazia a imprenditore Monella e ritiro emendamenti

Fedeli (Pd): "Scambio impropio". D'Anna (Ala): 'Sconcertante'

AGO 25, 2015 -

Roma, 25 ago. (askanews) – Roberto Calderoli è pronto a ritirare gli emendamenti alla riforma della Costituzione se il governo si attiverà per la grazia ad Antonio Monella, imprenditore bergamasco condannato per l’uccisione di un romeno che stava cercando di rubargli l’auto. In una intervista a “Repubblica”, Calderoli spiega: “La smetto con l’ostruzionismo – giura solennemente il vicepresidente del Senato – se il ministro Orlando trasmette gli atti per il provvedimento di clemenza a Mattarella” “Il mio atteggiamento negativo rispetto al ddl costituzionale resta, non do certo il via libera a quel testo. Ritiro solo gli emendamenti in commissione, evito l’ostruzionismo. E dunque penso che sia interesse di Renzi e della Boschi esercitare pressione su Orlando affinché trasmetta a Mattarella la domanda. Anche perché non spetta al ministro decidere sulla grazia, ma al presidente. Il ministero della Giustizia ha solo un ruolo istruttorio”.

“Mettere sullo stesso piano la riforma del Senato e la grazia ad Antonio Monella non sta in piedi, io non concepisco che Roberto Calderoli abbia proposto questo scambio improprio”, commenta dal canto suo la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, Pd. “È un fatto di correttezza istituzionale – ha aggiunto Fedeli – sono contraria a questo scambio; se poi Calderoli decidesse di ritirare gli emendamenti, sarebbe un fatto di intelligenza politica, l’aver prodotto così tanti emendamenti ha determinato un caos enorme: non si fa opposizione in questo modo distruttivo”.

“Desta quantomeno sconcerto la dichiarazione del senatore Roberto Calderoli che subordina il ritiro degli emendamenti presentati sulla legge di riforma costituzionale alla liberazione di Antonio Monella – afferma il senatore Vincenzo D’Anna, portavoce del gruppo Ala (Alleanza Liberalpopolare Autonomie) -, condannato per omicidio volontario, dopo aver ucciso un albanese per impedirgli di rubare il suo Suv, con alcuni colpi di fucile esplosi dall’interno della sua abitazione e quindi senza che si configurasse alcuna minaccia per la propria vita”.

“Il baratto – spiega D’Anna – non è tra le forme costituzionalmente previste per svolgere l’attività parlamentare né può essere tollerato quello richiesto da Calderoli che, da buon leghista, piega alla necessità della propaganda politica anche il fondamentale principio giuridico che il reo sconti effettivamente la pena”.