Immigrati, Gozi: regole Ue devono essere ridiscusse

"Salvini e Grillo populisti e demagoghi, cercano solo consenso"

AGO 18, 2015 -

Roma, 18 ago. (askanews) – Sull’immigrazione occorre negoziare “regole comuni per tutti i Paesi dell’Unione europea”. Lo afferma Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza delConsiglio con delega agli Affari europei, in una intervista a “Il Mattino”.

Gozi ammette le difficoltà del piano Frontex: “Certamente siamo di fronte a qualcosa di imprevisto. Le Nazioni Unite hanno sottolineato che siamo nella più grande crisi migratoria del Dopoguerra. È un problema di dimensioni transnazionali che non può non essere affrontato che a livello europeo, altrimenti falliamo tutti”. Per Gozi, comunque, dei passi avanti a livello comunitario sono stati fatti: “Stabilire il principio delle quote, sia pure insufficienti, è stato un passo in avanti rispetto agli accordi di Dublino, una deroga al principio secondo il quale ogni Stato europeo deve risolvere i problemi di casa propria”. Certo, per rivedere le regole, “il negoziato sarà duro, ci sono sensibilità diverse e non tutti i Paesi hanno dimostrato senso di responsabilità e di solidarietà. Ma la presa di coscienza della Germania, alla quale anche noi abbiamo significativamente contribuito, è un segnale di cui non si potrà non tenere conto”. Per Gozi dovranno essere negoziate “regole comuni per tutti i Paesi dell’Unione europea. Se non ci uniformiamo nel comportamento non avremo alcuna forza contrattuale. Bisogna far salvo il principio che si deve soccorrere chi rischia la vita sui barconi gestiti dai mercanti di uomini, ma anche fissare regole certe e comuni sul ritorno a casa se non si ha diritto di restare. Si tratta di ripensare il diritto di cittadinanza in Europa e in Italia”.

Gozi, infine, non usa mezzi termini contro le prese di posizione di Matteo Salvini e Beppe Grillo: “Leghisti e grillini hanno due leader populistie demagoghi a cui non interessa risolvere i problemi, ma solo raccogliere facile consenso che però non si può tradurre in azione concreta, perché non hanno ricette”.