Letta lascia la Camera, la sostituta esce dal Pd e va con Civati

Beatrice Brignone si iscrive al Misto: Renzi ha tradito impegni Pd

LUG 23, 2015 -

Roma, 23 lug. (askanews) – Enrico Letta lascia la Camera dei Deputati dove siede da 15 anni dal 2001, prima fra i banchi della Margherita e poi del Pd, partito del quale è stato anche vicesegretario dal 2009 al 2013, prima di diventare Premier. E il Pd e la maggioranza perdono un altro voto a Montecitorio. “Lascio il Parlamento ma non la politica”, aveva sottolineato Letta il 9 giugno presentando la lettera di dimissioni invikata a Laura Boldrini su cui l’aula di Montecitorio è chiamata oggi a votare.D’altra parte, da dopo il brusco sfratto subito da palazzo Chigi dal segretario del suo partito Matteo Renzi nel febbraio 2014 ad oggi, Letta alla Camera si è visto poco e niente, se non per votazioni ed eventi di particolare valore. Impegnato a preparare il suo trasferimento defintivo a Parigi per insegnare come si fa politica alla Scuola di affari internazionali dell’Istituto di studi politici di Parigi.

A prendere il seggio che Letta ha lasciato libero è ora la giovane (36 anni) precaria di Senigallia Beatrice Brignone, prima dei non eletti nelle liste Pd nella Circoscrizione Marche XIV che aveva portato nel 2013 l’ex premier. Ma se Letta lascia la Camera è invece il Pd che Brignone abbandona, annunciando di iscriversi al gruppo Misto, con impegno politico al fianco di Pippo Civati nella costruzione di “Possibile” che, sulla falsariga del Podemos spagnola, vorrebbe far germogliare una nuova sinistra anche nel nostro Paese. “Vado al gruppo misto: è stata una scelta molto sofferta”, ha annunciato Brignone in una intervista a “la Stampa”, raccontando la comunicazione non facile data al neocapogruppo renziano del Pd a Montecitorio Ettore Rosato.

“Mi sono già dimessa – ha raccontato la neodeputata in pectore- da tutti gli incarichi nel Pd, in Assemblea nazionale e in Direzione, perché con questo partito non condivido praticamente più niente. Mi ero iscritta al Pd di questi tempi nel 2009, per sostenere Ignazio Marino alle primarie per la segreteria nazionale. In quell’occasione ho conosciuto Pippo Civati e ho continuato a fare politica con lui. Ora faccio parte di Possibile. Se avessi avuto anche solo un appiglio per restare l’avrei fatto, perché ci avevo sperato tanto in questo partito.Anche la segreteria Bersani non mi entusiasmava, ma con Renzi davvero non è rimasto più nulla di quel che il Pd era”.

D’altra parte “il voto in campagna elettorale l’ho chiesto su promesse che vorrei poter mantenere”. E a suo giudizio “sembra molto più incoerente aver preso degli impegni con gli elettori e tradirli” piuttosto che rinunciare al seggio a favore di un altro non eletto Pd. Quanto al prossimo impegno da parlamentare “non so bene cosa aspettarmi. Ma spero di poter usare il ruolo da parlamentare per andare in giro tra la gente e accorciare le distanze delle persone dalle istituzioni”. Da militante della sinistrab lei già lo sta facendo per far abrogare due delle riforme più care al premier RenzI: “sto raccogliendo le firme per i referendum abrogativi” di jobs act e buona scuola.