Cento parlamentari per Statuto convivenze, stop a ddl Cirinnà

Comitato per famiglia rilancia sua pdl: legge si può fare subito

LUG 23, 2015 -

Roma, 23 lug. (askanews) – Controproposta da oltre 100 parlamentari di diversi gruppi (tutti eccetto Sel e M5s) sulle unioni civili, rispetto al ddl Cirinnà bloccato in commissione Giustizia al Senato e con zero possibilità di approvazione prima della pausa estiva, a dispetto del calendario di agosto dell’aula di palazzo Madama.

Gli oltre cento parlamentari dei diversi gruppi aderente al “comitato parlamentari per la famiglia” nato a ridosso e per sostenere il Family day delle associazioni cattoliche in piazza san Giovanni, ha chiesto di rilanciare la pdl depositata nel marzo scorso per lo “Statuto delle convivenze”, che conta alla Camera 80 firme (a partire da quella del promotore Ap del comitato Alessandro Pagano) e al Senato una ventina, a prima firma Maurizio Sacconi. La considerano una “proposta di legge condivisa sulle unioni civili” e sottolineano, nel corso presentazione dell’articolato che si è tenuta a Montecitorio, che “su questo testo si può chiudere subito l’accordo e approvare la legge sulle unioni civili”.

Il principio cardine delle proposte del comitato interparlamentare depositate alla Camera e al Senato è un “si pieno e totale al riconoscimento ai diritti individuali delle persone omosessuale conviventi” con il riconoscimento di “uno Statuto della convivenza” e invece un “no all’equiparazione di fatto fra unioni e civili e matrimonio civile che il ddl Cirinnà produce”. Inoltre, a giudizio dei parlamentari promotori dello “Statuto della convivenza”, il “ddl Cirinnà apre alle adozioni gay per via giurisprudenziale, legittima la pratica dell’utero in affitto” e “rischia di far saltare i conti pubblici con l’estensione della reversibilità”. Tutte cose non previste nella nuova proposta.

Lo “Statuto della Convivenza”, di contro, si qualifica per nove diritti riconosciuti alle coppie conviventi. Ovvero: assistenza sanitaria del convivente nei confronti del partner, accesso alle cartelle cliniche del partner, congedi per motivi di salute, colloqui in carcere con il partner detenuto, subentro nella locazione nelle successioni, assegnazione di alloggi popolari, titolarità ad alcune condizioni del diritto al risarcimento del danno subito dal partner, possibilità di presentare domanda di grazia per il partner, estensione al convivente dei benefici previsti per le vittime di mafie e terrorismo.

A presentare la controproposta a Montecitorio sono stati Pagano, Roccella, Binetti e Sacconi per Ap. Insieme a Luca Squeri di Forza Italia. “Sul ddl Cirinnà al Senato – dice Sacconi- è in corso una pura e semplice sceneggiata. Anche un cieco potrebbe vedere che quella legge non ha nessuna possibilità di essere approvata in aula. Non è arrivato il parere della commissione Bilancio, manca ancora la relazione della Ragioneria sulle coperture che sarà la sola a fare testo e mi auguro rispecchi la sua autonomia. L’esame degli emendamenti è solo all’inizio”. Insomma “l’ostruzionismo di cui si parla tanto non è neanche iniziato” e la calendarizzazione in aula dal 3 al 7 agosto condizionata al voto della commissione “altro non è che una prenotazione”. Di contro “sul nostro testo così ampio e articolato – assicura Pagano – davvero si può chiudere subito e tutto il Parlamento, o la stragrande maggioranza di esso, ci si può ritrovare”.