Renzi annuncia “rivoluzione copernicana”, via tasse su prima casa

Entro il 2018. E all'assemblea Pd spinge su riforme e unioni civili

LUG 18, 2015 -

Roma, 18 lug. (askanews) – “Una rivoluzione copernicana nel fisco”. E’ la promessa lanciata dal premier Matteo Renzi all’assemblea nazionale del Pd a Milano. “Il Pd non sarà più il partito delle tasse – assicura – diventiamo il primo partito che le tasse le riduce davvero”, grazie a un piano che entro la fine della legislatura nel 2018 porterà alla “riduzione di tasse che non ha paragoni con la storia repubblicana”.

“Se riusciamo a mantenere in pista il cantiere delle riforme nel 2016 – ha spiegato Renzi – elimineremo noi, perchè gli altri hanno fatto la finta, la tassa sulla prima casa, l’Imu agricola e sugli imbullonati. Nel 2017 interverremo su Ires e Irap e, nel 2018 a conclusione di un percorso, sugli scaglioni Irpef e sulle pensioni, mantenendo la curva del debito in termini accettabili. Il mio impegno qui è fare per 5 anni una riduzione di tasse che non ha paragoni con la storia repubblicana”.

Il discorso del segretario è durato più di un’ora e il suo ragionamento ha toccato tutti i principali temi dell’attualità politica interna e internazionale. Partendo dai risultati ottenuti dal suo governo in questi sette mesi: “l’economia finalmente si è rimessa in moto grazie al lavoro del Pd”. Non teme il premier la concorrenza di Grillo che dice, “oggi spiega sul Financial Time la situazione italiana e il dramma della Grecia rinchiuso in un golf club”, e nemmeno di Salvini: “dice basta euro? Vada a dirlo agli imprenditori del Nord Est che ora viaggiano più veloce della Germania” e li liquida con qualche battuta e mostrando su uno schermo le foto dei due leader delle opposizioni.

Renzi ha però anche lanciato un appello alle forze politiche di opposizione a lavorare insieme contro il terrorismo internazionale, quindi un passaggio sui rapporti interni: il “Pd è il partito più votato in Italia dal ’58 ad oggi, è il partito più votato in Europa, dopo di noi c’è la Merkel” e dunque “ci dovrebbe essere entusiasmo e gioia e invece non è così, anzi torna la tribù dei musi lunghi”, si lamenta il segretario che pru confermando il suo rispetto per chi lascia il partito ritiene che “chi immagina di vincere la sfida spostando la sinistra più in là perde ovunque in tutto il mondo”.

Dopo l’elenco delle cose fatte c’è poi un programma di cose da fare nei prossimi mesi: “riforma della pubblica amministrazione subito, riforma costituzionale a settembre, prima della legge di stabilità e legge sulle unioni civili entro l’anno”. “Sette mesi fa rischiavamo la palude – ha concluso – oggi abbiamo iniziato il più grande cammino riformatore della storia europea ma non ci basta, la sfida più bella è quella di domani”.