Stop vitalizi a 10 ex deputati e 8 ex senatori,anche Berlusconi

M5s: farsa ridicola, ne restano 2.439. Maggioranza: è solo inizio

LUG 9, 2015 -

Roma, 9 lug. (askanews) – Gli uffici di presidenza di Senato e Camera, ognuno per proprio conto ma con una evidente sintonia nella decisione, hanno approvato – in base alla delibera adottata nel maggio scorso – la cessazione dell’erogazione dei vitalizi rispettivamente per 8 ex senatori e dieci ex deputati.Si tratta di quegli ex parlamentari condannati in via definitiva ad oltre due anni per reati di particolare gravità. A Palazzo Madama sono stati ‘cancellati’ dal vitalizio Berlusconi, Cecchi Gori, Dell’Utri, Girfatti, Inzerillo, Moschetti, Righetti e Squitieri. A Montecitorio sono Abbatangelo, Cito, Costi, De Carolis, De Lorenzo, Di Donato, Longo, Mastrantuono, Milani, Pellizzari.

A questi, hanno tenuto a precisare gli uffici di Pietro Grasso e Laura Boldrini, si aggiungeranno quegli ex parlamentari ultraottantenni (tra gli 896 del Senato e i 346 della Camera) con condanna definitiva per reati gravi, che però non è stato possibile rintracciare da parte del ministero della Giustizia causa la mancanza dei loro nomi, per limiti d’età, nel casellario giudiziario. Per questo motivo, i presidenti di Senato e Camera hanno inviato, ognuno per quanto di propria competenza, due lettere alla Corte di Cassazione per cercare di capire chi ha ricevuto condanne e provvedere in seguito alla revoca del vitalizio. Forza Italia, contraria per principio a questa misura, non ha partecipato al voto negli uffici di presidenza. Così come non ha partecipato alla Camera il deputato di Ap Vignali.

Sulla vicenda è intervenuta direttamente Boldrini che su Facebook ha spiegato che “il ministero della Giustizia ha comunicato alla Camera che dei 1.202 ex deputati che prendono il vitalizio sono dieci i condannati in via definitiva ad una pena superiore a due anni per reati gravi come mafia, corruzione, terrorismo, peculato o concussione”. La presidente ha aggiunto che però l’impegno del Parlamento non si ferma, “c’è un’ulteriore verifica in corso” sugli ex deputati che hanno più di 80 anni e che non risultano al casellario giudiziario.Analoga posizione ribadita da Palazzo Madama, che con una nota, oltre a comunicare i nomi degli ex senatori per i quali cessa il vitalizio, ha preannunciato ulteriori accertamenti nei confronti di ex senatori ultraottantenni.

Gli M5s hanno definito “una presa in giro” le decisioni assunte.Duro il commento di Luigi Di Maio, M5S, vicepresidente della Camera che, dopo aver parlato in mattinata di “una farsa” in serata si chiede: “Per quanto ancora crederanno di prenderci in giro?”. In Italia, ha aggiunto, “percepiscono un vitalizio 1543 ex-deputati. E 896 sono gli ex-senatori che godono di questa maxi-pensione. Questa giornata di ordinaria follia si chiude con la notizia ridicola che ci arriva dal Senato: per effetto della nuova delibera contro gli ex-parlamentari condannati, scritta dal Pd, il vitalizio è stato sospeso a ben 8 persone. Alla Camera stamattina era stato sospeso a 10 persone. Quindi, per intenderci, la nuova delibera – che il Movimento 5 Stelle fieramente non votò – sospende il vitalizio allo 0,6% degli ex-deputati e allo 0,8% degli ex-senatori”. Altrettanto severo il commento della senatrice grillina, e questore a palazzo Madama, Laura Bottici la quale ha sostenuto come quanto deciso oggi sia “la prova che questa delibera, così come è stata congeniata, è un pannicello caldo che andrebbe riscritto dall’inizio alla fine”.Bottici ha aggiunto che “sono tanti i punti che la rendano inefficace – aggiunge – a cominciare dal fatto che non solo non prevede la sospensione del vitalizio ai condannati per i reati contro la pubblica amministrazione, come abbiamo sempre denunciato, ma non si attua nemmeno in modo automatico”.

Nella giornata delle revoche dei vitalizi per gli ex parlamentari condannati per gravi reati il Pd ha rilanciato, attraverso il deputato Matteo Richetti, la proposta di abolire l’istituto del vitalizio per tutti i parlamentari estendendo loro (insieme ai consiglieri regionali) il trattamento previdenziale vigente per i lavoratori dipendenti. Richetti, in una mail inviata a tutti i deputati Pd, chiede di sottoscrivere la proposta che fra l’altro prevede un “ricalcolo, secondo il sistema contributivo previsto per tutti i lavoratori, anche per gli attuali percettori dell’assegno”. Nella proposta di legge si sottolinea che “per la prima volta si interviene con legge su una materia da sempre disciplinata dai regolamenti interni agli organi parlamentari. In secondo luogo il trattamento previdenziale dei parlamentari viene completamente equiparato a quello dei lavoratori dipendenti e viene applicato anche ai parlamentari il limite dei sessantacinque anni per l’erogazione del trattamento previdenziale, abrogando la possibilità di diminuire tale limite per ogni anno di legislatura ulteriore ai cinque prescritti, fino al massimo dei sessanta anni”.