“Buona scuola” a ultimo giro boa Camera, protesta torna in piazza

Sit in davanti Montecitorio. Pioggia ricorsi, anche a Consulta

LUG 7, 2015 -

Roma, 7 lug. (askanews) – Torna da stasera in aula alla Camera, per la terza e ultima lettura, la riforma per la “buona scuola” del governo Renzi. Il testo è quello modificato al Senato a fine giugno e approvato con voto di fiducia: è blindato, come blindati sono i tempi di approvazione per consentire già dal prossimo anno l’immissione in ruolo dei 100 mila precari previsti dalla riforma. Il rapido e facile ok in commissione sembra al momento far escludere il ricorso anche a Montecitorio al voto di fiducia, anche se le ministre Maria Elena Boschi e Stefania Giannini sono pronte a utilizzarlo in caso insorgessero improvvise difficoltà.

Il ritorno in aula della riforma della scuola si accompagna al ritorno in piazza Montecitorio della protesta di studenti, insegnanti, sindacati e opposizioni. L’Anief, in particolare, ha già preannunciato per settembre “una pioggia di ricorsi” a Tar e Corte costituzionale da parte dei precari esclusi dalla immediata immissione in cattedra e “un inizio di nuovo anno scolastico nel caos più totale”.

“Siamo in piazza Montecitorio – ha detto il presidente Anief Marcello Pacifico, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal- per dire no, sino all’ultimo, con tanti docenti, amministrativi, tecnici, ausiliari, precari e di ruolo, all’approvazione di una riforma stracolma di norme illegittime, dannose e incostituzionali. Continueremo a presentare ricorsi, ad iniziare da tutti coloro che non saranno stabilizzati da questa riforma: stiamo parlando di più di 75mila colleghi che fino al 30 giugno hanno lavorato dentro le nostre scuole, ma che non sono nelle Graduatorie ad Esaurimento e dunque non potranno in alcun modo essere assunti. E la stessa beffa viene rifilata al personale Ata, che dalle assunzioni del piano straordinario di immissioni in ruolo è stato addirittura incredibilmente escluso. Il nostro sindacato patrocinerà gratuitamente, presso il Tribunale Civile di Roma una serie ricorsi contro la Presidenza del Consiglio, con lo scopo di ottenere risarcimenti milionari per tutti quei docenti che sono stati in questi anni sfruttati coi contratti a termine. Inoltre, chiederemo la loro stabilizzazione con ricorsi seriali per tutti coloro a cui sarà negata la facoltà di insegnare anche come supplenti”.

Nel frattempo i sindacati stanno preparando ricorsi per la declaratoria di incostituzionalità della chiamata diretta, per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento del personale abilitato, per l’assunzione di tutti gli idonei dei vecchi concorsi, per la contestazione, anche attraverso le Rsu d’Istituto, dei criteri di assegnazione del merito al personale, per la stabilizzazione dei precari e la corresponsione del risarcimento, per la partecipazione dei laureati ai nuovi concorsi e dei ricorrenti attuali ai corsi-concorsi per dirigente scolastico. “Sono soltanto alcuni dei migliaia di ricorsi che investiranno la scuola italiana, per colpa di una riforma – ha detto ancora il presidente Anief – voluta soltanto dal premier”.

“Il tanto sbandierato piano di assunzioni previsto dalla riforma è un bluff”, ha detto Rino Di Meglio, coordinatore Gilda. “Basta analizzare i numeri per capire che si tratta di un’operazione di facciata. Renzi sostiene che verranno assunti 100mila docenti, che sarà attuato l’organico dell’autonomia e che ogni scuola potrà disporre di circa 6 insegnanti in più per potenziare le attività formative (per un totale di circa 50mila docenti distribuiti in 8500 istituti). Ma la realtà – spiega Di Meglio – è ben diversa. Nell’anno scolastico 2014/2015, erano in servizio 127mila supplenti su posti vacanti negli organici di diritto e di fatto, ai quali il 1 settembre se ne aggiungeranno circa 35mila del turn over. Secondo il nostro Centro Studi le assunzioni promesse dal Governo sono 50mila entro il prossimo 15 settembre, da effettuare con il vecchio sistema. Per l’organico potenziato, invece, occorrerà aspettare l’elaborazione dei Piani dell’offerta formativa triennali che, presumibilmente, saranno pronti a fine 2015. A quel punto, scatterà il piano straordinario per le altre 50mila assunzioni, ma – sottolinea Di Meglio – non ci sarà alcun potenziamento dell’organico, perché i posti coperti saranno soltanto quelli delle supplenze. Nel prossimo anno scolastico, comunque vada, avremo circa 60mila cattedre senza insegnanti di ruolo”.

Di Meglio ha sottolineato poi i profili di incostituzionalità presenti nella riforma e riguardanti la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici, la disparità di trattamento tra il personale che resta titolare della cattedra nella propria scuola e chi viene iscritto negli ambiti territoriali, e l’irragionevole divieto di accesso ai concorsi per chi è già di ruolo. “L’applicazione di questa riforma incontrerà enormi difficoltà. La nostra mobilitazione – ha avvertito il coordinatore della Gilda – continuerà anche durante l’estate e a settembre ogni istituto diventerà la Stalingrado della ‘Buona scuola’”.