La svolta di Renzi sui migranti: i rimpatri non siano più tabù

Il premier alla sinistra: non dobbiamo averne più paura

GIU 24, 2015 -

Roma, 24 giu. (askanews) – Sul fronte dell’immigrazione Renzi richiama nuovamente l’Europa alla necessità imprescindibile, per la stessa identità dell’Ue, di politiche comuni per la redistribuzione degli immigrati. Ma per la prima volta introduce un argomento nuovo e dirompente nell’approccio del nostro Paese alla migrazione: quello del rimpatrio. E per dare maggiore sostanza a questa svolta della politica del governo, sceglie l’assemblea del Senato, il suo intervento, ad anticipare i temi del consiglio europeo che si aprirà domani e che vedrà come tema, accanto a quello, preminente, della crisi greca, anche quello dell’immigrazione.

Una presa di posizione, quella di Renzi, che risponde certamente alle pressioni dell’Europa, ma che nella dichiarazione di oggi guarda soprattutto a casa. Alla politica interna, per fronteggiare le durissime polemiche sollevate dalla drammatica imponenza del fenomeno immigrazione, la perdita di consensi, le conseguenze sulla fragile ripresa economica in molte aree e specie per la richiesta di ulteriori e grandi sforzi ai comuni e alle regioni. Ma anche, e oggi soprattutto, agli equilibri interni del Partito democratico, a cui non a caso il premier si è rivolto esplicitamente. “Guardando in particolar modo la sinistra di quest’aula – sono state le parole del premier – voglio dire che non dobbiamo avere più paura, se mai ne abbiamo avuta, di concetti come quello di rimpatrio”.

Una vera e propria svolta, che delinea la nuova posizione dell’Italia in ambito anche europeo e internazionale. Dunque, “prevedere la redistribuzione delle persone che arrivano” in ambito Ue, ma anche un rigido “rispetto delle regole”, delle nuove regole: “Chi ha diritto di restare in Italia deve restare in Italia; chi ha diritto all’asilo deve ottenerlo” anche se “concepito come un’operazione europea e non solo italiana”. Per chi arriva nel nostro Paese “senza titolo” invece “le procedure di rimpatrio” devono non solo essere impostate, ma anche “velocizzate”.

E affinché questa nuova linea abbia maggiore possibilità di concretezza, Renzi, pur rivendicando l'”orgoglio” per lo sforzo profuso dal nostro Paese per la cooperazione internazionale, ha anche chiarito: “Gli sforzi di cooperazione e di accordo con i Paesi devono essere collegati. Non si fanno accordi di cooperazione internazionale con chi non accetta la possibilità di una procedura di rimpatrio. Su questo tema – ha aggiunto – nel passato siamo stati forse troppo timidi”.

Nel percorso della nuova linea “naturalmente si procederà un passetto alla volta”, ha voluto rassicurare Renzi, rivolgendosi verosimilmente soprattutto ai suoi, “perché non è possibile farlo in modo tranchant. Ma allo stesso tempo la sinistra non può avere paura di concetti quali il rispetto delle regole, concetti ai quali ci dobbiamo tenacemente aggrappare per evitare il rischio di un’ondata che sta mettendo in discussione l’idea stessa di Europa”.