Grasso: Europa luogo non di contrapposizioni ma di umanità

Presidente Senato a seminario su Atto di Helsinki

GIU 23, 2015 -

Roma, 23 giu. (askanews) – “Sono convinto che interpretare lo spirito di Helsinki con gli occhi del presente significhi affrontare le divisioni, i conflitti, le frammentazioni che viviamo dentro e fuori l’Europa credendo nella bellezza di un continente nel quale le civiltà, le culture, i credi non si scontrano, ma si riconoscono e si rispettano: un luogo in cui le diversità non sono contrapposizioni ma solo declinazioni della nostra preziosa, indimenticabile umanità”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso intervenendo al seminario”40 anni dall’Atto di Helsinki. La pace attraverso il dialogo”.

Il primo agosto di quaranta anni fa si chiudeva con l’adozione dell’Atto di Helsinki la Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa, che si era aperta due anni prima proseguendo poi in più tappe. Per Grasso “giova ricordare che oltre ad una trentina di paesi europei, all’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, gli Stati Uniti, il Canada, la Turchia, vi intervennero come non partecipanti sei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, contribuendo positivamente su diversi profili tematici. Ma la presenza più importante, e sorprendente – ha sottolineato – fu quella della Santa Sede, che all’epoca non partecipava a pieno titolo ad un consesso di stati dai tempi del Congresso di Vienna del 1815. Come ha ricordato in un suo scritto il Cardinale Achille Silvestrini, che rappresentò la Santa Sede in quella Conferenza, suscitò una grande emozione la loro proposta di inserire la libertà religiosa e di credo tra i principi dell’Atto di Helsinki, prova eminente della fecondità del metodo che a Helsinki si sperimentò con successo: l’incontro fra culture e sensibilità diverse, come antidoto all’odio, al conflitto e all’incomprensione”.

Secondo il presidente del Senato “l’Atto di Helsinki fu passaggio cruciale del percorso che ha condotto alla fine del lungo confronto fra due ideologie che hanno retto l’equilibrio mondiale nel secondo dopoguerra e che poi ha portato, per un intreccio di eventi, alla caduta del muro di Berlino e alla ricostruzione di nuovi equilibri globali. L’OSCE, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa nacque con la “Carta di Parigi” del 1990 e il Vertice di Budapest del 1994, come l’erede della Conferenza consacrata nell’Atto di Helsinki e come tale si è trovata ad affrontare le sfide del sistema globale dopo la caduta del Muro di Berlino. Tra i principali obiettivi dell’Organizzazione – ha continuato Grasso – ricordo l’importante lavoro sulla transizione e sulla costruzione democratica dei Paesi dell’Europa centro-orientale e dell’Asia centrale, principalmente attraverso la verifica della regolarità dei processi elettorali”.